Collaboratore di lunga data di Letture Fantastiche, Marco Alfaroli (biografia/bibliografia) è illustratore e autore di narrativa fantascientifica. Scopriamo di più su di lui in questa intervista.
Letture Fantastiche: Se qualcuno grida "Al fuoco", generalmente uno scrittore esclamerebbe "Salvate i miei libri!", mentre per te probabilmente il primo pensiero sarebbe "Allontanatevi, ci penso io!". Com'è essere un Vigile del Fuoco di professione e come lo concili con la tua passione letteraria?
Marco: Come vigile del fuoco devo avere manualità e senso pratico, come scrittore invece, posso volare con la fantasia. Insomma, si tratta di praticare due attività molto distanti tra loro. Proprio per questo, se dovessi entrare in una casa in fiamme e uno scrittore, intrappolato, gridasse "Salvate i miei libri!" non ci penserei due volte e porterei fuori lui sacrificando i libri. La carta che brucia è una brutta bestia, alimenta l'incendio e poi finisce che ti frana il pavimento sotto i piedi o ti cade il tetto sulla testa.
I libri, a parte questa entrata da pompiere alla Fahrenheit 451, sono la seconda mia passione, insieme all'illustrazione. Scrivo e disegno nel tempo libero, per rilassarmi e soprattutto per divertimento. Anche se, alla fine, se vuoi fare un buon prodotto devi sudare sette camice, ma questo fa parte del gioco. È un po' come per il modellista, quante ore passa a perfezionare i suoi modelli? Ad aggiungere dettagli, a dipingere perfino i più piccoli pezzi? Ecco, lo scrittore lavora al suo libro senza pensare alle ore che perde per farlo. E alla fine lo sente suo come un figlio.
Scrivi fantascienza, un genere spesso maltrattato dagli editori, anche se molto apprezzato dagli utenti di Letture Fantastiche, sebbene soprattutto al cinema. Come è nata la tua preferenza per questo genere?
Se scrivi fantascienza puoi andare oltre i limiti. Voglio dire: un thriller, un giallo, un romanzo bellico... devono essere realistici al massimo. Invece con la fantascienza devi rendere credibile qualcosa di totalmente assurdo. È una bella sfida, e se ci riesci ti senti veramente soddisfatto.
La comunità degli scrittori di fantascienza italiani è piuttosto piccola e appassionata. Dicci come ti trovi a farne parte.
Non so se considerarmi parte di tale comunità. È strana. È molto diversa da una caserma di pompieri: i pompieri fanno squadra, lo scrittore, invece, fa da solo. Eppure ho conosciuto scrittori più esperti che mi hanno aiutato, mi hanno fatto crescere, grazie ai loro consigli ho potuto migliorarmi. Forse in questo c'è un'analogia con i vigili del fuoco: quando arriva un novellino dalle Scuole Centrali Antincendi, gli insegni quello che hai imparato sul campo, che nessun addestramento può darti. E quando lui sarà esperto farà altrettanto, si spera, col prossimo novellino che arriverà.
Però la comunità Sci-Fi resta per me qualcosa di astratto e, grazie a internet, virtuale.
Sei scrittore, ma anche fumettista e illustratore. Quali sono i punti di contatto e di differenza tra queste attività?
Sono tre attività diverse, ma almeno due, lo scrittore e l'illustratore, sono complementari. Con le parole, se le usi bene, riesci a descrivere tutto anche meglio di un film, poi però ti serve una bella copertina per il libro, adatta al genere che hai scelto. E qui ho un vantaggio rispetto agli altri scrittori, perché posso realizzarla esattamente come l'ho immaginata durante la scrittura.
Il fumetto è qualcosa a metà strada tra un racconto e un film. Con le vignette rappresenti le scene della storia che si susseguono e quindi devi seguire una sceneggiatura scritta da te o da un altro autore. Personalmente, col passare del tempo, ho abbandonato la strada dei fumetti, proprio perché, come nei film, non riesci a dare le sfumature che vorresti ai personaggi o a imprimere per bene un concetto. Scrivendo un racconto o un romanzo, invece, puoi farlo.
Pensi di poter espandere la tua passione per la fantascienza anche in altri campi artistici o simili, per esempio i giochi di ruolo o i videogiochi?
Videogiochi no di certo, perché sono a zero nella grafica 3d. Sono abbastanza rétro, preferisco le illustrazioni tradizionali. Nei giochi di ruolo e in quelli da tavolo, invece, mi sono già cimentato. In particolare, ho partecipato a un progetto, insieme a un team di amici, che oggi è distribuito dalla Raven.
Rivolgendoti a un pubblico di lettori di fantascienza o comunque di narrativa fantastica pronti a scrivere le proprie storie, quali suggerimenti ti sentiresti di dare? Consiglieresti la fantascienza come genere di cui scrivere?
Chi spera di raggiungere il grande pubblico si scelga un altro genere. Chi invece, come me, vorrebbe vivere su Alfa Centauri e sapendo benissimo che non ci arriverà mai cerca di immaginarsi come potrebbe essere, continui su questa strada.
Una cosa, però, bisogna sempre tenere in mente: non dobbiamo considerare il nostro testo una reliquia. Per quanto possiamo ritenerlo formidabile oggi, ci renderemo conto andando avanti nell'esperienza della scrittura, che dovrà per forza essere migliorato e dovremo sempre avere l'umiltà di accettare consigli. O non costruiremo mai niente di buono.
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