La paura dell'ignoto e del diverso ha fatto nascere nel corso dei secoli un'ampia casistica di apparizioni di Satana e demoni legati a stranieri, luoghi lontani, pericolosi viaggi, eresie.
Le Loyer1 dichiara che i demoni appaiono più volentieri agli incroci, nelle foreste, nei templi pagani e nei luoghi infestati dall'idolatria, nelle miniere d'oro e nei luoghi in cui si celano dei tesori.
Ci racconta la seguente storia:
Apparizione di Lucifero, tratto da Lucifero, poema di Mario Rapisardi.
"Un gendarme di nome Hugues era stato durante la sua vita un po' libertino e anche sospettato d'eresia. In prossimità della sua morte, un gran gruppo di uomini gli si presentò e il più appariscente tra loro gli disse:
- Mi riconosci, Hugues?
- Chi sei? - gli rispose Hugues.
- Sono - gli disse - il più potente dei potenti e il più ricco dei ricchi. Se tu credi che ti possa preservare dal pericolo della morte, ti salverò e farò in modo che tu viva a lungo. Affinché tu riconosca che dico il vero, sappi che in questo momento l'imperatore Corrado è pacifico possessore del suo impero e ha assoggettato la Germania e l'Italia in poco tempo.
Gli disse anche molte altre cose che stavano accadendo in quel momento nel mondo. Quando Hugues l'ebbe ascoltato, alzò la mano destra per fare il segno della croce dicendo: - Dichiaro davanti a Dio e al Signore Gesù Cristo che tu non sei altro che un diavolo mentitore. Allora il diavolo gli disse: - Non alzare il tuo braccio contro di me!
E tutta quella banda di diavoli scomparve come fumo. Hugues, lo stesso giorno della visione, trapassò in serata."
Le Loyer racconta anche2 quest'altra apparizione del diavolo:
"Nella città di Friburgo, ai tempi di Federico II, un giovane uomo bruciava troppo ardemente d'amore per una ragazza della stessa città e si rivolse a un mago a cui promise del denaro se con i suoi mezzi gli avesse guadagnato l'amore della giovane. Quella stessa notte in una cantina abbandonata, il mago disegnò il suo cerchio, le sue figure, i suoi caratteri magici, entrò all'interno del cerchio e vi fece entrare allo stesso modo lo studente. Gli spiriti invocati si presentarono, ma in diverse forme, come fantasmi e illusioni... Infine, il più malvagio tra tutti i diavoli si mostrò allo studente sotto forma della ragazza di cui era innamorato e con atteggiamento gioioso si avvicinò al cerchio. Lo studente, accecato e trasportato dall'amore, tese la mano fuori da cerchio pensando di toccare la ragazza, ma il diavolo, tutto contento, gli afferrò la mano, lo trascinò fuori dal cerchio, lo fece roteare per due o tre volte finché non gli fracassò la testa contro il muro della cantina e gettò il cadavere sul mago, scomparendo poi insieme agli altri spiriti.
Non serve chiedersi se il mago fu terrorizzato a quel pietoso spettacolo, vedendosi caricato dal pesante fardello dello studente. Non si mosse per tutta la notte dall'interno del suo cerchio e l'indomani mattina si fece sentire così urlante e lamentoso che accorsero alle sue grida e lo ritrovarono mezzo morto di paura sotto il corpo dello studente e perciò fu prosciolto da ogni accusa."
"In aggiunta, dice Le Loyer3, per quel che riguarda gli eretici e gli eresiarchi dei nostri tempi, non si trovano più eccezioni d'associazione col diavolo e le visioni. Infatti, Lutero ha avuto un demone ed è stato così impudente da confessarlo nei suoi scritti. Lo si può vedere nel suo trattato sulla messa, dove si espone apertamente e dice che tra lui e il diavolo ci fu grande familiarità e che mangiarono insieme molto sale (N.d.T. Il riferimento al sale deriva da un proverbio francese del XVI secolo riferito all'amicizia, "Prima di conoscere bene un amico conviene mangiare molto sale con lui"), che il diavolo lo visitò spesso, che gli parlò privatamente, che lo risvegliò di notte e lo convinse a scrivere contro la messa, insegnandogli degli argomenti di cui si poté servire per diffamarla.
Ma Lutero non è il solo che per sua stessa confusione finisce col confessare la propria vicinanza al diavolo. C'è anche Zwingli, il sacramentale che ha detto di aver sognato una notte sulle parole di Gesù Cristo, questo è il mio corpo. Gli si presentò uno spirito, fu in dubbio se fosse uno spirito buono o malvagio, che gli insegnò a interpretare il passaggio delle Sacre Scritture in maniera diversa da quella della Chiesa dei cattolici e che gli disse queste parole: questo è il mio corpo vale a dire questo rappresenta il mio corpo. (N.d.T. Il riferimento all'ostia come semplice rappresentazione del corpo di Cristo e non secondo il dogma della consustanziazione è caratteristica dell'insegnamento di Zwingli).
"Quando Martin Butzer, discepolo di Lutero, era nell'agonia della morte, un diavolo apparve nella camera dove si trovava e si avvicinò al suo letto, spingendolo rudemente e facendolo cadere a terra, dove trapassò all'istante.
E' altresì cosa ritenuta veritiera e affermata anche da Érasme Albert, ministro di Basle, che tre giorni prima che Carolostade morisse, il diavolo fu visto presso di lui in forma d'uomo di alta statura, come lo stesso Carolostade predicò. Fu un presagio della futura morte di quest'eretico."
Nell'affare delle possedute di Louviers, secondo Padre Bosroger4,
"A Suor Marie de Saint-Nicholas apparvero due forme spaventose, una rappresentante un vecchio uomo con una lunga barba, l'altra somigliante al suo simulacro spirituale; questi fantasmi le apparvero alle quattro del mattino. Verso il sorgere del sole si sedettero ai piedi del suo letto e le dissero in tono da uomini disperati:
- Abbiamo appena visto Madelène Bauan e la sorella di Saint-Sacrement. Ah, com'è cattiva Madelène! Ci appartiene interamente, ma l'altra non riusciamo a vincerla.
Questi spettri obbligarono suor Marie de Saint-Nicholas a ricorre a Dio facendo il segno della croce e fu così liberata dal fantasma barbuto. L'altro rimase solamente come una testa grossa e nera che questa donna vedeva in pieno giorno alla finestra di un granaio che si affacciava dove lei lavorava; la testa la guardava a lungo, causandole grande spavento, pertanto non l'osservò mai attentamente fino a quando quella testa cominciò a scendere dalla finestra, così lei fu colta da paura e fuggì. In seguito, quando ebbe ripreso coraggio, ritornò nel granaio dove quella forma era apparsa, ma non vi trovò nulla. Qualche tempo dopo nello stesso posto vide delle corde che si muovevano da sole e notò cadere i vestiti di cui erano state caricate; sovente, si rovesciavano i mobili e si udivano suoni spaventosi."
Sempre dallo stesso autore, riferito al medesimo affare5,
"Un uomo portò a Picard una lettera importante arrivata alle undici di sera al suo presbiterio. Passò attraverso il cortile vicino a una parete ed entrò nella cucina aperta, dove trovò Picard chino sul tavolo e un uomo nero e sconosciuto di fronte a lui. Picard gli rispose a voce e passò dalla cucina a una camera bassa, anch'essa aperta; a quel punto il testimone udì un grido spaventoso di cui ebbe grande paura: quell'uomo nero e sconosciuto lo rimproverò perché tremava e aveva paura."
Crespet6 cita altre apparizioni del diavolo:
"Il buon padre Cesarius nei suoi esempi ci parla anche di una concubina di un sacerdote, la quale vedendo che il suo disperato libertino si era tolto la vita, si voleva far suora. Poiché non aveva confessato interamente i suoi peccati, fu vessata da un incubo diabolico che la tormentava ogni notte e per evitarlo si convinse a fare una confessione generale dei suoi peccati. Dopo che l'ebbe fatta, il diavolo non l'avvicinò mai più.
Non posso omettere, aggiunge, ciò che ho trovato negli archivi del monastero dove risiedo. Un buon religioso pieno di fede (1504), visto che il diavolo, nascosto tra le scintille di un lampo, era entrato nella chiesa dove i religiosi si erano radunati per pregare e voleva rovesciare e profanare gli oggetti consacrati a Dio, si presentò armato del segno della croce e comandò a Satana, in nome del crocefisso, di desistere e uscire dalla casa di Dio, al che il diavolo fu obbligato a obbedire e si ritirò senza alcuna offesa."
"Ma tra tutti i racconti di cui ho sentito parlare o visto, dice Jean des Caurres7, è degno di meraviglia ciò che è da poco accaduto a Roma. Un giovane uomo, nato a Gabie in una casa povera, da genitori altrettanto poveri, era furioso per la cattiva condizione e la pessima condotta di vita, perciò ingiuriò il padre e lo coprì più volte d'insulti; poi, agitato da quell'ira, invocò il diavolo che si mostrò. Subito decise di andare a Roma e a quel fine cominciò a dire altre malvagità contro il padre. Lungo il cammino incontrò il diavolo, il quale aveva la faccia d'un uomo crudele, la barba e i capelli mal curati, i vestiti usati e sporchi, e gli domandò quale fosse la causa della sua irritazione e tristezza. Il giovane gli rispose che aveva avuto da ridire col padre e che aveva perciò deciso di intraprendere quel brutto viaggio. Allora il diavolo gli disse che era a conoscenza di quell'inconveniente e che l'avrebbe preso come compagno in modo che si potesse vendicare dei torti che gli avevano fatto. Sopraggiunta la notte, si ritirarono in una locanda e andarono a dormire insieme. Ma il malvagio compagno afferrò alla gola il giovane che dormiva profondamente e tentò di strangolarlo, senza riuscirci, perché lui si risvegliò invocando Dio. Così avvenne che quel crudele e furioso personaggio scomparve, mentre la stanza fu scossa con tale impetuosità che i travetti, il tetto e le tegole furono tutti rotti. Il giovane uomo si spaventò per questo spettacolo e, sebbene mezzo morto, si pentì della propria vita malvagia e dei suoi misfatti. Illuminato da un miglior spirito, divenne nemico dei vizi e passò la vita lontano dai tumulti popolari e diede il buon esempio a tutti. Alexandre scrive di tutte queste cose."
"Quando studiavo diritto all'università di Wittemberg, scrive Godelman8, citato da Goulart9, sentii spesso raccontare dai miei precettori che un giorno un tipo vestito con uno strano abito andò a bussare rudemente alla porta di un famoso teologo che insegnava in quella università e che morì nell'anno 1516. Il valletto andò ad aprire e domandò:
- Cosa volete?
- Parlare al tuo padrone - disse l'altro.
Il teologo lo fece entrare e allora questo straniero gli pose alcune domande sulle controversie relative alla religione. Quando il teologo diede pronta risposta, lo straniero ne pose di più difficili. Così il teologo gli disse:
- Mi fai perdere tempo, perché al momento ho altre cose da fare.
Tuttavia si alzò dalla sedia per mostrargli su un libro l'esposizione di alcuni passaggi di cui dibatterono. Durante la disputa si accorse che lo straniero aveva al posto delle dita delle zampe e degli artigli, come gli uccelli da preda. Allora cominciò a dirgli:
- Chi sei in verità? Ascolta la frase pronunciata contro di te. - Gli mostrò il passaggio del terzo capitolo della Genesi. - Il seme della donna schiaccerà la testa del serpente. (N.d.T. L'attuale versione biblica italiana recita: "Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa") - E aggiunse: - Non ci inghiottirai tutti.
Lo spirito maligno tutto confuso, sconvolto e ringhiante, scomparve con un grande boato, versando dell'inchiostro dietro la stufa e lasciando dietro di sé un tale odore che si sentì per diversi giorni a seguire."
Lo stesso autore fornisce un'altra storia a Goulart:
"Nella città di Friberg en Misne, il diavolo si presentò in forma umana a un certo malato, mostrandogli un libro ed esortandolo a enumerare i peccati di cui si ricordava per poterli segnare in quel volume. All'inizio il malato rimase muto, ma non appena si riprese, rispose:
- Ti indicherò in ordine i miei peccati.
Invece vi scrisse a grandi lettere: il seme della donna schiaccerà la testa del serpente. Il diavolo, leggendo quella frase fuggì, lasciando la casa piena d'una puzza tremenda."
Goulart presta invece questa storia a Job Fincel10:
"Nell'anno 1534, M. Laurent Touer, pastore nella città di Saxe, andando a conferire con alcune persone del luogo pochi giorni prima di Pasqua, secondo l'uso, per casi diversi e scrupoli di coscienza, gli apparve Satana in forma d'uomo che lo pregò di parlare con lui e cominciò a proferire orribili bestemmie sul Salvatore del mondo. Egli resistette e lo cacciò grazie a formule prese dalle Sacre Scritture, tanto che quello spirito malvagio, tutto confuso, svanì lasciando il posto infetto da una puzza insopportabile."
"Un monaco di nome Thomas, dice Alexandre d'Alexandrie11, personaggio degno di fede e la prudenza del quale ho sperimentato molte volte, mi ha raccontato, giurandolo, che stava avendo un importante dibattito con altri monaci. Dopo essersi scambiati delle ingiurie da una parte e dall'altra, uscì ribollente di collera verso di loro e si ritrovò solo in un grande bosco dove incontrò un uomo con lo sguardo terribile, la barba nera e una lunga veste.
Thomas gli domandò: - Dove andate?
- Ho perso la mia cavalcatura - gli rispose - e la sto cercando nelle campagne vicine.
Così camminarono insieme per trovare questa cavalcatura e arrivarono a un profondo ruscello. Il monaco si tolse le scarpe per attraversarlo, ma l'altro insistette affinché gli montasse sulle spalle, promettendo di farlo passare come piacere. Thomas gli credette e gli montò sopra, stringendogli le braccia al collo, ma abbassando gli occhi per guardare il guado, scoprì che il suo facchino aveva dei piedi strani e mostruosi. Molto scosso da ciò, iniziò a invocare Dio in suo aiuto. A quelle parole, il nemico confuso lo gettò a terra e ringhiando in maniera terribile scomparve con tale rumore e straordinaria durezza, tanto che batté contro una grande quercia vicina, rompendone tutti i rami. Thomas restò qualche tempo mezzo morto per terra, poi si rialzò e riconobbe che per poco quel crudele avversario non l'aveva fatto morire nel corpo e nell'anima."
Note
1 - Discours et histoires des spectres, visions et apparitions, di P. Le Loyer. Paris, Nic. Buon, 1605, in-4°, p. 340.
2 - Discours et histoires des spectres, etc., p. 317.
4 - La Piété affligée, o Discours historique et théologique de la possession des religieuses dictes de Saincte-Élisabeth de Louviers, etc., di le R.P. Esprit de Bosroger. Rouen, Jean Le Boulenger, 1652, in-4°, p. 137.
5 - La Piété affligée, p. 421.
6 - Deux livres de la hayne de Sathan et malins esprits contre l'homme et de l'homme contre eux, di P. P. Crespet, priore dei Celesitini di Parigi. 1590, in-12, p. 379.
7 - Oeuvres morales et diversifiées en histoires, etc., di Jean des Caurres. Paris, Guill. Choudière, 1584, in-8°, p. 390.
8 - Jean-George Godelman, dottore in diritto a Rostock, nel trattato De magis, veneficis, lamis, etc., libro 1, cap.. III.
9 - Thrésor d'histoires admirables et mémorables de nostre temps, recueillies de divers autheurs, mémoires et avis de divers endroits. Paris, 1600, 2 vol. in-12.
10 - Job Fincel, nel primo libro Des Miracles
11 - Nel IV libro, cap. XIX dei suoi Jours géniaux, citato da Goulart, Thrésor d'histoires admirables, t. Ier, p. 535.
Il testo riportato in questa pagina è stato estratto e tradotto dall'opera in pubblico dominio "Curiosités infernales" di J.L. Jacob, 1886. Traduzione italiana © 2013 Gianluca Turconi. Tutti i diritti riservati.
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