L'Ascensore

romanzo di fantascienza

L'Ascensore, romanzo dello scrittore Erik Sancin

Titolo/Titolo originale: L'Ascensore
Autore: Erik Sancin
Genere: Narrativa
Costo: Euro 3.60 (versione eBook) - euro 13.90 (versione cartacea)
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Trama

Sono passati quattromila anni dal Terzo cataclisma. Quattromila anni dalla distruzione del mondo, durante la quale la specie umana ha mancato di poco l'estinzione. Il pianeta è irriconoscibile: i mari sono scomparsi, gran parte della vegetazione è evaporata nel fuoco nucleare e la Luna non risplende più nel cielo notturno. Deserti di roccia, velenose lande sulfuree e catene montuose invalicabili dominano la superficie terrestre. I giacimenti minerari sono esauriti e le fonti acquifere scarseggiano. Ma la scintilla della vita non si è spenta. La pluri-millenaria battaglia per la sopravvivenza e la paura dell'ennesima autodistruzione hanno perfezionato il genoma umano e una nuova civiltà si è sviluppata nelle terre con sufficienti risorse idriche. I concetti di Stato e costrizione sono evaporati nel fuoco dell'apocalisse; la paura ha cancellato i modelli comportamentali distruttivi e l'evoluzione ha ristabilito l'ordine e provveduto al progresso...

...ma un nuovo nemico sta avanzando da occidente. Un nemico tecnologicamente avanzato e apparentemente invincibile. La specie umana, che da secoli vive in pace, si ritrova di nuovo sull'orlo dell'estinzione. Chi o cosa è il nemico? Non sembra interessato alle fonti d'acqua ma è attirato dai resti dell'antica civiltà e da freschi organi umani. Nei rapporti dei ricognitori viene menzionato un misterioso Ascensore, un terribile segreto custodito dal nemico. Gli uomini si vedono costretti a rimettere in gioco non solo la propria esistenza ma anche la propria evoluzione, e i sopravvissuti non possono che riprendere in mano le armi. Il ventiduenne Emper, un ragazzo dal carattere intraprendente, si ritrova per caso nella squadra che ha il compito di penetrare nel cuore del territorio nemico. La resa dei conti con l'inglorioso passato della razza umana è inevitabile...

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«Ragazzi, guardate,» mormorai. Quel... coso continuò a trascinare la donna e, man mano che si avvicinava al fuoco, la folla urlante che si era radunata attorno a loro si faceva sempre più numerosa. Vidi Jarshix impallidire di colpo. L'ondeggiare della folla diventava sempre più veloce e intenso, quegli esseri urlavano sempre più forte e si avvicinavano alla donna, massacrata dai continui colpi del capo villaggio. A quel punto partì una nuova raffica di botte, la folla si accanì su di lei, picchiandola con pietre e bastoni, e perfino a mani nude. Nell'arco di un paio di minuti dal corpo della malcapitata furono strappati brandelli di carne, nonostante lei fosse incredibilmente ancora viva. L'ululare e lo sgolarsi della folla si fece assordante. Anders, che era dietro di me, si piegò in due e vomitò ancora una volta. Stavamo assistendo a un ballo folle e brutale, guidato da regole non scritte. D'un tratto la donna - ancora viva - fu appesa sopra il fuoco e ben presto cominciò a bruciare. L'odore della carne arsa esaltò ulteriormente la folla impazzita. Con mano tremante puntai il kalashnikov contro lo storpio più vicino.

«Fate fuori chiunque si avvicini!» ordinò Jarshix, e puntò il proprio fucile contro la folla. Uno degli storpi affondò i denti nella carne bruciacchiata del corpo ancora vivo. La folla ondeggiava e strepitava, quelle creature grottesche si contorcevano e spintonavano, tutti volevano un pezzo di carne così iniziarono a strapparne dal corpo della donna, che incredibilmente era ancora in vita e urlava a squarciagola. Ma come, non ha ancora perso i sensi? Porca puttana, come sono resistenti! I loro denti masticavano con frenesia. La mia mente precipitò nella nebbia, e il mio corpo rimase paralizzato, come fossi stato piantato nella terra, finché le urla di Jarshix non mi riportarono alla realtà: «Cannibali! Cannibali!» Indietreggiò di qualche passo, l'agitazione gli fece quasi perdere l'equilibrio, e dalla fondina sul fianco destro estrasse la propria rivoltella.

Gran parte degli storpi lasciò di colpo il banchetto e fummo investiti da una pioggia di sassi e bastoni. Partirono i primi spari, Krywer faceva una gran fatica a trattenersi, le urla di Jarshix insieme alle pietre che ci piovevano addosso sbloccarono infine le nostre inibizioni. Premetti il grilletto e fui immediatamente seguito da Jarshix. Anders fu colpito alla testa da un sasso e barcollò. «Copriamolo!» gridai e mi piazzai davanti a lui. Anders si riprese quasi subito e tutti e quattro cominciammo a sparare delle raffiche corte contro la folla che indietreggiava per poi avvicinarsi a noi dai lati e dalla parte opposta. Eravamo circondati.

«Ora basta!» gridò Krywer, e passò in modalità automatica di tiro. Falciammo la folla davanti a noi. Volavano le teste, pezzi di cervello e ossa schizzavano da tutte le parti...

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