Titolo: Cose da non dire
Autore: Simone Togneri
Casa editrice: Anteprima di Lindau S.r.l.
Genere: Noir
Costo: 16 Euro
Anteprima trama
A molti sarà capitato di ricevere una telefonata da una sconosciuta, niente più che un semplice errore nella chiamata. Ma cosa accadrebbe se quella sconosciuta ci chiedesse aiuto, perché in pericolo di morte, e noi decidessimo di aiutarla e recarci sul luogo dove ci ha detto di trovarsi? Potremmo diventare degli eroi. Oppure dei sospetti assassini, come in "Cose da non dire", il nuovo romanzo di Simone Togneri.
Ciò che a prima vista potrebbe sembrare un semplice, sebbene drammatico, errore della polizia, trasporterà Gerardo Ferri, il protagonista, in un incubo sempre più angosciante, dove quel primo omicidio sarà solo l'inizio. I sospetti, le paure, le verità si sovrapporranno tra loro creando diversi piani di realtà che ci confonderanno e ci trascineranno nella vita all'apparenza normale di Jerry Ferry, dalla sua infanzia complicata alla maturità senza veri problemi.
Il romanzo in sé è una buona lettura e vale sicuramente il prezzo d'acquisto. Fin dall'esordio, lo stile di Simone Togneri è caratterizzato da un'ottima qualità, sommata alla capacità di raccontare gli omicidi, nei loro prodromi e nel loro svolgimento. Tanto più che l'autore non si è cristallizzato sui personaggi del suo primo romanzo, creando altri "investigatori seriali", quasi dei replicanti nei romanzi di molti autori, ma si è rimesso in gioco con nuovi attori protagonisti, più complicati e psicologicamente più profondi.
Questi i pregi del romanzo.
Esistono tuttavia anche dei difetti, minori, non necessariamente imputabili all'autore, eppure visibili. Il più grande tra essi è quello di aver creato con questo romanzo l'ennesima opera "di maniera" nell'ambito del noir italiano. Infatti, in questo genere, come nel giallo, le ambientazioni hanno la tendenza a essere sempre regionalistiche tanto da poter assaporare i profumi della terra in cui si svolgono le vicende, cosicché si potrebbe affermare che esista un genere noir al pesto, alla cassata siciliana, all'amatriciana e via dicendo, secondo la città o regione in cui si svolge la vicenda. In "Cose da non dire" pare di addentare una succulenta bistecca alla fiorentina, buona, certo, ma l'ambientazione, quindi Firenze, non dovrebbe mai divenire un pesante cappotto che copre la storia.
Anche le opere di ambientazione anglo-sassone o internazionale ci parlano di New York, del Kent, dell'Andalusia, eppure possiamo intravedere il lavoro d'insieme che ci fa dire che un dato romanzo è statunitense, britannico, spagnolo. Nell'Italia del noir e del giallo, al contrario, non si è ancora sviluppata una coscienza nazionale delle trame e si finisce sempre col raccontare il particolarismo provinciale, probabilmente perché viviamo nel paese dei mille campanili sempre in lotta tra loro, finendo col danneggiare i nostri scrittori sul mercato internazionale.
Può essere la nuova sfida a cui si dedicherà Simone Togneri nel proseguo della sua carriera. Ha le capacità per riuscirci, ci piacerebbe vederlo alla prova.
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