Grande rete acchiappa-nebbia nel nord del Cile (credit: Neil Hall).
Nella cittadina di Peña Blanca, situata a circa 350 chilometri a nord di Santiago, capitale del Cile, stato del Sud America, sorge un birrificio che produce una birra molto speciale. È chiamata Atrapaniebla, una parola composta che in spagnolo significa "Acchiappa-nebbia". L'acqua necessaria a produrla in una delle aree aride più densamente popolate del pianeta - cioè la fascia costiera cilena affacciata sull'Oceano Pacifico e lunga più di 2000 chilometri -, viene "acchiappata" direttamente dall'atmosfera, facendo condensare l'umidità della nebbia su grandi reti di polipropileno tese tra pali e posizionate a un'altezza variabile tra i 600 e i 1200 metri dei monti che sorgono a ridosso della costa.
L'uso di materiali moderni per la realizzazione delle reti e di appositi sensori per la scelta della migliore posizione dove collocarle sulle colline nebbiose non deve far pensare di trovarci davanti a una soluzione ultra-moderna ai confini della fantascienza. Sebbene le modalità di realizzazione di questi impianti siano state migliorate nel corso del tempo, la tecnica su cui si basano è vecchia di più di un secolo e gli inventori erano semplici contadini che seppero ingegnarsi per non abbandonare la propria terra d'origine. Si deve anche aggiungere che, su più continenti, gli archeologi hanno rinvenuto prove di altre strutture differenti, molto più vecchie, utilizzate per la raccolta dell'umidità dall'atmosfera.
Una volta condensata e immagazzinata, quest'acqua "di alta qualità" (in quanto contenente minori quantità di nitrati tossici) diviene la risorsa più importante di quelle zone altrimenti destinate alla desertificazione. Essa non viene utilizzata solamente per la produzione di birra, ma ovviamente anche per il sostentamento umano diretto e l'agricoltura.
Proprio una produzione vegetale è l'esempio più straordinario di utilizzo dell'acqua prodotta dagli Acchiappa-nebbia. Nel deserto di Atacama, nel Cile settentrionale, un'area desertica tanto asciutta che alcune delle stazioni meteo presenti non hanno mai registrato pioggia, vi sono coltivazioni di aloe vera fatte crescere direttamente sul terreno sabbioso. Nei pressi del villaggio di Chanaral, il fotografo Neil Hall ha potuto scattare foto spettacolari di questa lotta dell'Uomo contro il deserto. Anche l'Universidad Catolica di Santiago del Cile ha progetti di lotta alla desertificazione nell'oasi di Alto Patache, nei pressi di Iquique, sempre basati sulla tecnica degli Acchiappa-nebbia.
Grazie all'acqua prodotta dagli Acchiappa-nebbia, sono possibili coltivazioni di Aloe vera nell'arido deserto di Atacama, in Cile (credit: Neil Hall).
La crescente necessità di combattere la desertificazione nei paesi più poveri del mondo ha fatto nascere associazioni no profit specializzate nel reperimento del know-how per la progettazione di vaste strutture acchiappa-nebbia e dei fondi necessari al loro finanziamento. Tra queste è particolarmente attiva la canadese FogQuest, nata nel 2000 e creatrice di stazioni acchiappa-nebbia in Guatemala, Etiopia, Cile, Nepal, Eritrea e Marocco.
In quest'ultimo paese africano, in collaborazione con l'associazione no profit marocchina Si Hmad Derhem, a guida femminile, sono iniziati test tra il 2006 e il 2007, per poi inaugurare nel 2015 due strutture acchiappa-nebbia perfettamente funzionanti tutt'oggi, la prima a Sidi Ifni e la seconda a Boutmezquida, località situate nella regione montagnosa dell'Atlante, alle porte del deserto del Sahara. Un così lungo periodo di osservazione è stato necessario, secondo quanto dichiarato da Jamila Bargach, direttrice di Si Hmad Derhem, per non affrettare un progetto che comporta un vero e proprio contratto sociale con la popolazione locale.
Infatti, la struttura marocchina complessivamente copre una superficie di 600 metri quadrati, a 1225 metri di altitudine, e fornisce circa 6000 litri d'acqua potabile al giorno, necessari al sostentamento dei 500 abitanti dei villaggi limitrofi, ai quali viene portata grazie a quasi 8 chilometri di condutture idriche. Prima che giungessero gli Acchiappa-nebbia, la regione di Sidi Ifni e Boutmezquida era stata oggetto di un forte spopolamento, in quanto l'unica fornitura d'acqua era legata al trasporto via terra con camion che aveva un alto costo per i residenti. Dopo l'attivazione delle reti acchiappa-nebbia, si è notata una contro-migrazione importante, con aumento della popolazione nei villaggi coinvolti nei progetti.
La futurista torre acchiappa-nebbia dell'architetto cileno Alberto Fernandez Gonzalez.
Fino a ora si è parlato di Acchiappa-nebbia in paesi del Sud del mondo, spesso colpiti da povertà oltre che da siccità. Tuttavia la desertificazione non appartiene solo a quei luoghi. Anche in nazioni più ricche come gli USA e Israele vi sono i medesimi problemi. Nei primi, a San Francisco in California, dove nel 2014 si è raggiunto il record negativo di un solo centimetro di pioggia nell'intera estate, si stanno studiando soluzioni di raccolta dall'atmosfera, in quanto la nebbia è certamente una delle maggiori ricchezze della baia dominata dal Golden Gate.
In Israele, invece, dove la nebbia è meno frequente, sono iniziate ricerche basate sulla tecnica acchiappa-nebbia per creare nuovi progetti tecnologici riguardanti la rugiada del primo mattino. Il Technion, istituto tecnologico israeliano, ha infatti sostenuto un progetto vincitore di premi internazionali per la costruzione di una struttura acchiappa-rugiada a bassa tecnologia, quindi facilmente realizzabile in qualunque paese del mondo. Essa è capace di produrre 45 litri d'acqua al giorno ogni 100 metri quadrati di struttura costruita.
Ancora più avveniristico è il concept vincitore nel 2008 del Premio Holcim "Next Generation". L'architetto cileno Alberto Fernandez Gonzalez se l'è aggiudicato proponendo un'avveniristica torre acchiappa-nebbia alta 200 metri e destinata a servire, in un futuro si spera non troppo lontano, la cittadina costiera di Huasco. Come si può vedere, alle difficoltà che la Natura pone all'Uomo, esso risponde sempre allo stesso modo, a partire dai tempi dei primi ominidi: con visionaria intelligenza e cocciuta determinazione.
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