I documenti scritti secoli fa sono affascinanti, in quanto rivelano non solo il pensiero di chi li ha scritti, ma anche una storia particolare di come sono stati scritti. Analizziamo i cambiamenti nel modo in cui abbiamo espresso il nostro pensiero attraverso la parola scritta dopo la rivoluzione industriale.
L'affilatura di una penna per scrittura in un dipinto di Philip van Dijk.
La rivoluzione industriale ha portato al passaggio da un'economia basata sull'agricoltura e sull'artigianato a un'economia incentrata sulle grandi industrie e sui sistemi di fabbrica. Parallelamente, si è sviluppata una maggiore necessità di documentazione scritta. Durante questo periodo, le nuove tecnologie e i nuovi materiali hanno cambiato le pratiche di scrittura, sia in privato sia sul posto di lavoro.
Scrivere con le penne d'oca
Per secoli, le piume sono state lo strumento di scrittura più popolare. Tuttavia, scrivere con le piume non era facile.
Per trasformare una piuma in una penna da lavoro erano necessari altri strumenti, come un piccolo coltello per tagliare la piuma e produrne l'estremità appuntita. Gli scrittori dovevano affilare la punta e rimuovere l'albero cavo all'interno. Era necessaria molta cura, in quanto le piume tendevano a rompersi facilmente. Inoltre, gli scrittori avevano bisogno di sabbia e inchiostro, e di un supporto per conservarli. Perché la sabbia? Per asciugare l'inchiostro sulla pagina dopo la scrittura, in un tempo in cui ancora non esisteva la carta assorbente.
Fino al XIX secolo, la penna d'oca fu lo strumento di scrittura più comune. Fu sostituita da penne per immersione fabbricate in fabbrica con punte in acciaio. Le penne metalliche erano meno fragili delle penne naturali e mantenevano più a lungo i loro spigoli vivi. Era tuttavia ancora necessaria un'attrezzatura supplementare: un supporto per pennini di diverse forme o dimensioni, contenitori per inchiostro e sabbia.
Le penne in acciaio prodotte in serie furono accessibili a gran parte della società europea, rendendo la scrittura disponibile a molte persone per la prima volta. Birmingham fu un centro per la produzione di penne metalliche. Vi fu prodotta più della metà dei pennini in acciaio del mondo.
La penna stilografica
Si ritiene che la prima stilografica sia stata realizzata per ordine del califfo d'Egitto.
Il perfezionamento delle stilografiche richiese secoli perché la limitata conoscenza della fisica non permetteva di comprendere il ruolo della pressione dell'aria in questo tipo di penne e perché gli inchiostri erano di natura altamente corrosiva.
Petrache Poenaru, un inventore rumeno, ricevette un brevetto per aver inventato una stilografica con una cartuccia d'inchiostro sostituibile. Dal 1827, grazie a questa invenzione, lo sviluppo delle stilografiche andò più veloce. Da quell'anno, le stilografiche consentirono una scrittura fluida, senza perdite di gocce o graffi sulla carta.
Il pennino di una penna stilografica.
A partire dagli anni ottanta del XIX secolo, le stilografiche divennero un successo mondiale.
L'inchiostro non scorreva liberamente nelle penne con nervature d'acciaio, il che rappresentava un problema per i produttori. Le stilografiche, invece, avevano un serbatoio interno di inchiostro, in modo da eliminare il processo disordinato di svitare il calamaio e immergere il pennino nell'inchiostro. Tuttavia, fu ancora necessario per molto tempo un calamaio per riempire il serbatoio interno.
Ci sono volute altre tre invenzioni chiave per creare una prima stilografica come la conosciamo oggi. La gomma dura, il pennino in oro con punta in iridio e la nuova formula dell'inchiostro della stilografica hanno reso questi strumenti di scrittura facili da usare e affidabili.
L'invenzione della macchina da scrivere
Nonostante i progressi nella progettazione delle penne, la necessità delle fabbriche e delle aziende di una comunicazione più rapida ed efficiente crebbe nel corso del XIX secolo.
Un famoso annuncio pubblicitario dell'epoca recitava: "Svuota i tuoi calamai, rompi le penne e scrivi con una Remington", riflettendo uno dei primi e più importanti passaggi dalla scrittura a mano a quella a macchina. L'invenzione della macchina da scrivere rivoluzionò la velocità con cui le informazioni potevano essere messe su carta. Nel 1853 il record per scrivere con la penna fu fissato a 30 parole al minuto; allo stesso tempo, stenografi e telegrafi potevano già raggiungere le 130 parole al minuto.
La macchina da scrivere risolse i problemi di efficacia del tempo nelle aziende di tutto il mondo, portando una nuova cultura che non ebbe più bisogno della scrittura a mano.
Le macchine per dattilografare si svilupparono nel corso del XIX secolo. La prima macchina da scrivere di successo commerciale fu la "Sholes and Glidden Type-Writer". L'azienda Remington and Sons acquistò il brevetto per questa macchina da scrivere nel 1873. La loro "Remington No. 2" ebbe la prima tastiera QWERTY per l'alfabeto latino e, grazie al suo successo internazionale, rimane ampiamente utilizzata.
Digitare oggi
Una moderna tastiera QWERTY.
Per decenni, la scrittura a macchina è stato il metodo più comune di comunicazione scritta negli affari. Ancora oggi, le persone in tutto il mondo sperimentano l'eredità della macchina da scrivere nelle loro tastiere fisiche o digitali, nei computer portatili e negli smartphone.
Per quel che riguarda le tastiere fisiche destinate ai professionisti della scrittura, ne esistono attualmente di due tipi ben distinti. Il primo, definito "a membrana", prevede una sola lamina elettronica sottostante tutta la tastiera che deve essere toccata dai singoli tasti. È silenziosa, ma relativamente imprecisa, in quanto può accadere che la lettera digitata non venga riportata a video per problemi di tocco del tasto sulla lamina di cui si diceva in precedenza. Esistono poi le cosiddette "tastiere meccaniche" in cui ogni singolo tasto ha un sistema di digitazione e trasferimento del carattere a video a sé stante. I tasti possono essere intercambiabili, con una maggiore o minore corsa dei pulsanti in base alle preferenze di chi li utilizza. Queste tastiere sono molto più precise nel trasferimento a video dei caratteri, evitando così problemi di refusi, ma per molti risultano troppo rumorose in fase di scrittura.
In conclusione, possiamo affermare che anche se le macchine con cui scriviamo i nostri pensieri sono diventate digitali, il modo in cui scriviamo nei nostri uffici, nelle scuole e nella vita quotidiana è stato plasmato dalle invenzioni di diversi secoli fa.
Fonti e letture consigliate
computer-hardware-explained.com
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