I Modificatori: traduzioni, cambi di nome e successi (o fallimenti) nella cinematografia, serialità televisiva e letteratura fantastiche

a cura di Marco Alfaroli

Goldrake in una rappresentazione dell'illustratore Marco Alfaroli

Goldrake in una rappresentazione dell'illustratore Marco Alfaroli.

La fonetica nella traduzione del fantastico in Italia ha spesso rischiato di snaturare l'opera originale. Di questo si sono lamentati i fan delle serie TV famose e delle saghe cinematografiche di successo. Eppure sono convinto che le traduzioni astute, tese a far suonar meglio in italiano i nomi stranieri abbiano contribuito ad amplificare il successo di quelle opere, perché chi ha modificato l'ha sempre fatto in modo intelligente e il suo obiettivo è stato equilibrare l'acustica alla forza visiva sullo schermo. E non solo, modifiche fonetiche sono state apportate anche ai libri e ai fumetti e non ultimi, ai cartoni animati, sempre con gli stessi intenti. Voglio fare alcuni esempi.

Goldrake entusiasmò un'intera generazione negli anni '70, era un robot alto quanto un palazzo che difendeva la Terra dagli alieni cattivi. Fu il terzo personaggio di tre serie nipponiche a cartoni animati strettamente collegate tra loro (le altre due erano Mazinga Z e Il Grande Mazinger), il suo nome originale era Grendizer e fu cambiato perché ritenuto poco orecchiabile dai bambini. Stessa sorte toccò alla sigla cantata in giapponese, sostituita dall'ormai mitica Ufo Robot.

Solo a distanza di anni, quei bambini che non si perdevano una puntata del loro eroe preferito, sono diventati uomini e hanno riscoperto Grendizer e la sua bellissima sigla originale, fra l'altro riproposta in coda al telefilm al posto di Shooting Star. Non credo che Goldrake sia stato danneggiato dalle modifiche che aveva subito, credo piuttosto che sia stato presentato meglio.

Anche nei libri si preferivano nomi che suonassero bene all'orecchio dei lettori, soprattutto quando avevano funzione descrittiva, per esempio nel racconto Ricordiamo per voi di Philip K. Dick, che ha ispirato due film dal titolo identico (Atto di forza - Total Recall, 1990 e 2012) la Recall, una multinazionale che impiantava ricordi nella memoria delle persone, fu rinominata Rikord in un inglese maccheronico e bizzarro, ma di sicura efficacia!

Un altro esempio è Harry Potter (Salani Editore), dove nella traduzione Albus Percival Wulfric Brian Dumbledore diventa Albus Silente e la professoressa Minerva McGonagall diventa Minerva McGranitt. È chiaro il tentativo di trasmettere ai lettori il carattere dei protagonisti sostituendo l'inglese dal significato non familiare con parole esotiche più vicine all'italiano. Il tentativo riesce alla grande, infatti se Gonagall deriva dal celtico Conegal, che significa "il più coraggioso" e rende l'idea di quanto sia forte il personaggio, McGranitt rimanda al granito e quindi ne sottolinea la durezza ottenendo lo stesso effetto. Dumbledore, poi, ricorda agli inglesi il bombo, infaticabile insetto di campagna. Per noi italiani, invece, Silente è sinonimo di taciturno e riesce a dare l'idea del mago saggio e riflessivo.

Costume di Darth Fener, immagine rilasciata sotto licenza Creative Commons Attribuzione 2.0 Generico, fonte Wikipedia, utente AdamBMorgan

Darth Fener avrebbe avuto lo stesso successo in Italia se si fosse chiamato come l'originale Darth Vader?

Passando al cinema ci accorgiamo che gli interventi si fanno più massicci: Star Wars per esempio, la saga stellare di George Lucas, fu piena di nomi storpiati nel tentativo di farli suonar meglio in sala. Così Darth Vader divenne Darth Fener, R2-D2 divenne C1P8, Han Solo mutò in Jan Solo, C3PO cambiò in D3BO. Insomma, qualcuno creò una nuova serie di nomi per i personaggi e secondo me ne azzeccò parecchi. Purtroppo o per fortuna, a vent'anni di distanza si cambiò politica e la LucasFilm impose all'Italia, per la nuova trilogia, un doppiaggio che fosse il più possibile fedele all'originale. Questo creò una certa confusione, soprattutto perché la vecchia trilogia era già tornata al cinema rimasterizzata e non si poteva doppiare di nuovo. Nell'operazione, comunque, qualcosa andò storto, perché nel terzo episodio La vendetta dei Sith, Darth Fener mantenne inspiegabilmente il nome plagiato della prima trilogia.

Nel film Battaglie nella Galassia (1978), l'amico del capitano Apollo, coraggioso e sbruffone tenente pilota di Viper, si chiamava Starbuck. Forse convinti di aver commesso un errore lasciandolo invariato rispetto all'originale, i distributori lo ribattezzarono Scorpion nella serie TV, della quale il film non era altro che il pilot. Il titolo del film, inoltre, era stato alterato per renderlo simile a Guerre Stellari, visto che Battlestar Galactica non era riferito a battaglie che si combattevano nella galassia, bensì alla Base Stellare Galactica, ultima rimasta della Flotta Coloniale, che aveva radunato una flottiglia di navi civili con i superstiti delle colonie attaccate dai terribili Cyloni e viaggiava alla ricerca della tredicesima colonia.

In certi casi la modifica del titolo del film portò talmente fuoristrada gli spettatori da comprometterne veramente la riuscita. Questo accadde per 2002: la seconda odissea, titolo fasullo del poetico e fantaecologico Silent Running di Douglas Trumbull, lontano anni luce da 2001: odissea nello spazio.

Il personaggio di Snake Plissken in 1997: Fuga da New York di John Carpenter, interpretato da Kurt Russell, divenne Jena Plissken e dette maggior forza alla frase "Chiamami Jena" più volte ripetuta nella pellicola, che forse sarebbe risultata di minor impatto pronunciata "Chiamami Serpente".

Lasciando il mondo della celluloide per tuffarci nel regno dei fumetti scopriamo che neppure loro scamparono le manomissioni: l'esempio più eclatante è Superman che fu pubblicato per la prima volta in Italia ne Gli Albi dell'Audacia col nome di Ciclone l'uomo d'acciaio e in seguito negli Albi del Falco col nome di Nembo Kid (il ragazzo delle nuvole).

Kurt Russell interpreta Jena Plissken, immagine utilizzata ex articolo 70 comma 1 della legge 22 aprile 1941 n. 633

Che lo si voglia chiamare "Serpente" o "Jena", Kurt Russell interpretò comunque un ruolo iconico in 1997: fuga da New York.

Oggi i tempi sono cambiati e assistiamo ormai da alcuni anni a una clamorosa controtendenza: mantenere a tutti i costi il nome originale. Il fatto è dovuto al pubblico, diverso da quello degli anni '70/'80 e più sensibile al significato delle parole inglesi. È questo uno dei motivi che hanno portato a mantenere il titolo di Spiderman alla lunga serie di film sullo spara-ragnatele, cosa che era già avvenuta per i fumetti, da quando si era passati da L'uomo ragno dell'Editoriale Corno a Spiderman Marvel.

Infine ci sono gli eccessi. Per esempio il doppiaggio di Captain America the first avenger, dove il protagonista viene chiamato da un marine: «Captain America!». Ora, va bene lamentarsi se cambiano Vader con Fener, ma se si fa il doppiaggio in italiano, tradurre captain con capitano non mi sembra un gran delitto.

Questo articolo esprime la mia personale opinione sulla faccenda e io sono abbastanza retrò in queste cose, per cui non me ne voglia chi la pensa diversamente: lui è il futuro e la modernità, probabilmente perché giovane! Mentre io sono ostinatamente ancorato al passato. Sono affezionato ai nomi che ho sentito da bambino e in seguito, anche se ho scoperto che non erano quelli pensati dagli autori dei miei film, libri e cartoni preferiti, li considero una parte indivisibile della mia vita.

Viva Goldrake e Darth Fener... per sempre!

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