Il Libro Malazan dei Caduti: 10 - Il Dio Storpio

a cura di Andrea Micalone

Leggi tutte le recensioni Malazan

Ci siamo: il gran finale!

Con questa recensione si conclude la serie di articoli che ci ha accompagnato per ben dieci mesi e con cui spero di avervi invogliato alla lettura di questa saga meravigliosa.

Copertina del romanzo "Il DIo Storpio" della Saga Malazan

Ma non è detto che l'argomento Malazan si concluda qui, perché c'è ancora un'enormità da scoprire al riguardo. In che senso?

Iniziamo la recensione e capirete.

La trama riparte dal termine del nono libro, con i Cacciatori di Ossa ridotti in pessime condizioni. Il viaggio però deve proseguire, poiché il vero obiettivo sono i Forkrul Assail. L'esercito dell'Aggiunto Tavore, grazie alla battaglia appena conclusa, ha ritrovato Gesler e Stormy, divenuti rispettivamente Spada Mortale e Incudine-Scudo dei K'Chain Ke'Malle e, assieme a loro, migliaia di queste creature, decise a combattere l'ultima guerra contro la razza più antica del mondo.

Inoltre, a occidente, in una remota fortezza di Kolanse sono arrivati tramite canale il Capitano Paran e la sua armata. Questo ha permesso alle forze che intendono contrastare gli Assail di crescere di numero, ma non abbastanza. Le antichissime creature nemiche utilizzano infatti Akhrast Korvalain, un canale magico di immane potere che permette di dominare gli esseri mortali inferiori con la sola voce, pertanto tutta la popolazione kolansii è stata sottomessa: combatterà sino all'ultimo sangue per i padroni.

Ma perché tutto converge qui?

Perché al centro di Kolanse c'è la Guglia, un pinnacolo su cui è infisso il cuore del Dio Storpio. Se i Forkrul Assail riuscissero ad assorbirne il potere, potrebbero liberare il loro controllo sull'intero mondo, così da purificarlo dagli umani, la razza colpevole di un peccato imperdonabile: distaccarsi dagli ordini naturali e corrompere il mondo con il dominio basato sulla guerra e sul sangue.

Da notare, l'abilità di Erikson nel non inserire avversari banali: I Forkrul Assail sono esseri spietati, rappresentano la Giustizia senza Compassione, ma intendono "soltanto" riportare l'ordine naturale nel mondo, un concetto che dovrebbe far riflettere.

La questione è insomma di interesse universale.

Il Trono della Bestia, e dunque gli Dei Lupo, vede nel ritorno dell'ordine naturale un'enorme possibilità; pertanto gli Elmi Grigi, ufficialmente alleati di Tavore, sono dilaniati internamente da dilemmi: devono rispettare la volontà delle loro divinità e dunque tradire i Cacciatori di Ossa e l'umanità stessa? Oppure devono rinnegare i loro Dei per fare ciò che sembrerebbe più logico?

La risposta e la soluzione, come sempre, non saranno scontate.

Ma su Kolanse stanno convergendo anche i T'Lan Imass, comandati da Onos T'oolan, ma forzati da Olar Ethil. E, ancor più importante, anche i Quattordici Jaghut, comandati da nientemeno che Hood in persona, ex-Signore della Morte, ora tornato sul Trono di Ghiaccio.

Tuttavia gli ex-Arsori di Ponti, ascesi e postisi a propria volta al controllo dei Portali della Morte, non hanno alcuna intenzione di abbandonare gli ex-compagni al termine del cataclisma.

Nel mentre, Trono d'Ombra e Cotillion complottano (tanto per cambiare) per sfruttare al meglio questo assieparsi di situazioni. E proprio loro è bene tenere a mente per affrontare la grande seconda trama del ciclo di Malazan.

Nei romanzi precedenti è sempre stato evidente che erano loro due, l'ex-Imperatore Kellanved e il Danzatore, ad aver avviato tutti gli eventi per oscure ragioni. Del resto, seppur distaccatisi ufficialmente dal controllo dell'impero, è sempre più chiaro che la loro influenza non si è mai spenta del tutto; anzi, una certa frase di Tavore in un momento preciso apre una serie di possibilità che affronterò in seguito.

Questi due personaggi (Trono d'Ombra e Danzatore) hanno disseminato indizi per ben nove libri, e ora molti elementi devono tornare a galla. Ricordate i tre Draghi incatenati nel Regno dell'Ombra, a cui Cotillion propose la liberazione in un paio di occasioni? Ecco che qui la questione si dimostra di primaria importanza: per via della famosa infezione dei canali provocata soprattutto dal Dio Storpio, l'ingresso al Regno dei Draghi, Starvald Demelain, è in fiamme, e l'Azath nato dalla piccola Kettle è destinato a morire, evento che libererà tutti i figli di T'iam sul mondo. Trono d'Ombra e Cotillion consegnano così a Silchas Ruin la spada che tiene legati proprio quei tre potentissimi Draghi presenti nel loro Regno, così da poterli coinvolgere nella Tempesta che si approssima.

Ma, per giunta, la questione si complica ulteriormente. L'Errante, alleatosi con altre due divinità antiche, Kilmandaros e Sechul Lath, è deciso a far scontrare l'orda dei Draghi contro Korabas, il Drago Otataral, una creatura capace di eliminare ogni magia e la vita stessa. In questo modo l'Errante ritiene di poter riportare gli antichi poteri magici sul mondo e riguadagnare l'importanza che ha perduto da millenni.

Intanto l'infezione dei canali ha indebolito anche un altro portale: la Cascata di Luce, l'unico punto in cui Kurald Liosan è in comunicazione con Kurald Galain. Coscienti di questo fatto, gli Shake comandati da Yedan Derryg e Yan Tovis, e i Tiste Andii di Sandalath Drukorlat e Nimander Golit, si preparano ad affrontare i Tiste Liosan, nell'epica battaglia che dovrà concludere l'infinita guerra tra Luce e Oscurità.

Cosa non ho apprezzaro

Per l'ennesima e ultima volta ripeto che la quantità di refusi presente in questi libri supera il livello di guardia. La qualità della traduzione lascia molto a desiderare e gli errori sono riscontrabili anche da un occhio poco esperto. Se poi si ha anche una piccola dimestichezza con questioni editoriali, si finisce per storcere il naso troppo spesso.

Punto specifico che invece non mi è piaciuto di quest'ultimo libro è un'eccessiva lungaggine nella prima parte. Arrivati qui il lettore vuole sapere come si conclude ogni cosa, e le sottotrame di scarsa rilevanza infastidiscono.

Anche nello svolgersi del vero e proprio finale ci sono punti che non mi hanno esaltato, ma questo argomento lo affronterò meglio nelle conclusioni successive.

Cosa ho apprezzato

Quest'opera è enorme, in ogni senso.

L'autore ha messo in piedi un universo così vasto e funzionante da lasciare sgomenti ed esaltati, al punto tale che rende la sensazione (in qualche punto) di non essere stato capace di sostenerne tutto il peso.

Parlando nello specifico di questo libro, lo scontro finale e l'intrecciarsi degli eventi conclusivi tiene il lettore sulle spine sino all'ultimo; eppure ciò che mi ha colpito maggiormente è stato (quasi strano a dirsi) il significato del romanzo (e, dunque, della saga). Soprattutto tramite i monologhi dell'Aggiunto Tavore e del Dio Storpio, bellissimi entrambi, comprendiamo definitivamente ciò che avevo accennato già in una precedente recensione: questa è la storia dei Caduti, di questi personaggi nello specifico, ma anche di tutti i Caduti della storia intesa in senso generale, di tutti coloro che hanno forgiato il nostro passato con atti enormi e di cui non ci ricorderemo mai.

Voti Finali

Romanzo migliore: Vol. 3 - Memorie di Ghiaccio (Lo considero uno dei miei tre fantasy preferiti)

Romanzo Peggiore: Vol. 7 - Venti di Morte

Saga Complessiva: Primi tre romanzi da leggere per tutti, hanno un'enorme qualità. La saga complessiva invece la consiglio solo a chi è un appassionato di fantasy.

Conclusioni

(ALLERTA SPOILER! SE NON AVETE LETTO TUTTI I DIECI ROMANZI, VI SCONSIGLIO DI PROSEGUIRE)

Quest'ultimo romanzo ha una buona conclusione se considerata nel libro in sé, ma, a mio parere (e, da quel che ho letto, anche a parere di molti altri), se consideriamo la saga nel suo complesso è un finale che non riesce a soddisfare in pieno.

Ovviamente, nel momento in cui si costruisce un universo tanto massiccio, lasciare questioni in sospeso sarà inevitabile. Anche contando il fatto che il mondo di Malazan è stato elaborato assieme a Esslemont, è naturale che una parte del disegno complessivo sia rimasta nelle mani dell'altro autore. Comprendo benissimo tutto questo, ma comunque rimango dell'idea che come chiusura si doveva, e poteva, fare meglio.

L'intera trama dei Tiste Andii, per esempio, fantastica sino a quando era vivo Anomander Rake, dunque sino al termine dell'ottavo volume, passa poi nelle mani di Nimander Golit e Yan Tovis. Questi due personaggi non hanno la bellezza di Rake, è naturale, ma a mio parere rimangono quasi delle comparse. Prima, negli eventi determinati da Rake, erano secondari, ma persino dopo sono messi in ombra da Yedan Derryg, guerriero che spunta dal nulla e si guadagna l'intera scena. Inoltre, in vista della conclusione, la storia dei Tiste Andii rimane completamente distaccata dal contesto, quasi come se fosse una trama parallela, e l'arrivo di Nimander e dei suoi compagni nell'ultima Tempesta di Draghi serve unicamente a far capire che ci sono anche loro, ma il loro apporto allo scontro è zero.

L'intreccio principale del Dio Storpio e dei Draghi invece si interseca in modo giusto e completo, divenendo i due lati di un'unica moneta. Questo è il vero finale di tutto, lasciando il lettore colmo di scontri, eventi e sorprese.

Eppure, anche qui, c'è un "ma"... anzi, una serie infinita di "ma", e questo, lo ammetto, mi ha deluso. La quantità di domande e questioni irrisolte rimane spropositata, e credo che in percentuale superi abbondantemente le risposte.

Va bene che c'è un altro autore in ballo, va bene anche il fatto che Erikson si è lasciato molto materiale a disposizione per poter scrivere altri libri (Trilogia di Kharkanas, Trilogia di Karsa Orlong, ecc.), ma allora, a questo punto, bisognerebbe essere sinceri e ammettere candidamente che "Il Dio Storpio" non è affatto la conclusione.

Qui vi lascio perciò un elenco di domande a cui chi volesse potrà rispondere, o almeno esporre sue teorie, o magari spiegarmi eventuali punti che non ho notato a causa di miei limiti.

  1. L'Aggiunto Tavore afferma infine di essere "Figlia dell'Imperatore", ma leggendo in giro sul web mi è parso di capire (a detta dell'autore stesso) che questa frase va intesa in senso spirituale e non come discendenza di sangue. Ma, allora, lei aveva stretti legami con Kellanved? È stato Trono d'Ombra stesso a inviarla in questa difficile missione? E forse lui gestisce ancora l'impero? E Laseen che fine ha fatto? E cosa hanno guadagnato Kellanved e Cotillion dall'accoltellamento finale del Dio Storpio?
  2. Personaggi misteriosi. Chi è in realtà Kruppe? E Ruthan Gudd? E Ben lo Svelto è "soltanto" quel che sappiamo? Perché in più di un'occasione sembra nascondere ancora decine di segreti? E chi o cosa è il Mulo di Iskaral Pust?
  3. Trame non concluse. Draconus che fine ha fatto? Dopo aver ucciso Kilmandaros sostiene di voler eliminare anche Errastas, ma non lo vediamo più. E Errastas stesso dove è finito? E il piccolo Grub, in fin dei conti, cosa serviva nella trama, dal momento che nello scontro finale non lo vede più nessuno? E Leoman delle Fruste, con la sorella di Whiskeyjack, dove è andato assieme alla Regina dei Sogni? E chi è il Costruttore degli Azath? E Lady Invidia e Sorella Ripicca come si inseriscono in tutto ciò? E Telorast e Curdle che fine hanno fatto? E perché Silchas Ruin al termine della battaglia non ha ancora liberato i tre Draghi incatenati?

In conclusione, la quantità di domande è enorme (potrei continuare, ma queste sono quelle che mi premono di più). Spero che Armenia, o qualcun altro, pubblichi gli altri romanzi ambientati in questo mondo enorme; un mondo che, seppur infine lascia colmi di domande, ha senz'altro il merito di non annoiare e di far desiderare le risposte.

Se non avessi apprezzato la saga, ora ne sarei semplicemente stufo. Invece Erikson ha sicuramente un gran merito: avermi portato in questo universo e avermi costretto a seguirlo sino alla fine... o quantomeno sino a questa prima frammentaria conclusione.

Torna a inizio pagina


RSS - FAQ - Privacy

Copyright © 2006-2024 Gianluca Turconi - Tutti i diritti riservati.