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Il quarto volume della saga di Malazan chiude (in parte) un primo ciclo di eventi e va a spalancare le porte a quella che potremmo definire la trama principale: la vicenda del Dio Storpio e dei suoi intrighi che attraversano l'intero mondo.
Ma andiamo per ordine.
Nelle prime duecento pagine del romanzo facciamo un piccolo salto indietro nel tempo. Siamo di nuovo nell'anno 1159 del Sonno di Burn, nel periodo degli eventi del primo libro; "visitiamo" così l'altopiano di Laederon, nel nord di Genabackis. Qui regnano le tribù dei Teblor, umanoidi enormi e dalla forza immane, che venerano i Sette Volti nella Roccia, divinità rappresentate appunto in sette visi scolpiti nella pietra. Qui, il giovane guerriero Karsa Orlong è convinto che il suo destino sia ripercorrere le orme del nonno Pahlk, uno dei pochi Teblor che in passato (i Teblor vivono centinaia di anni) scese dall'altipiano per fare strage degli abitanti della pianura. Ma Karsa ambisce anche ad altro: nel profondo sogna di riunire tutte le tribù Teblor sotto di sé per diventare il signore assoluto dell'altipiano. Assieme ai compagni Bairoth Gild e Delum Thord inizia così un viaggio sanguinario, per fare stragi nei villaggi vicini. Egli si sente indistruttibile, e con la sua spada di legno-sangue (un legno capace di tagliare anche il ferro, poiché rafforzato dall'olio-sangue, sostanza di cui vi lascio scoprire la natura nel corso del libro) inizia a mietere vittime, spinto anche dalle voci dei Sette Volti. Quando però inizia la discesa da Laederon le cose iniziano presto a mutare: Karsa fa prima l'enigmatico incontro di un'entità "demoniaca" (con l'incredibile annunciarsi di vicende che si comprenderanno a pieno solo nell'ultimo volume della saga), e poi affronta gli abitanti della pianura, da lui molto sottovalutati. Scoprirà infatti che il mondo è ben più vasto di quel che credeva, e che i Teblor, ormai, non sono altro che tribù disperse su monti dimenticati da tutti. Il suo ingresso nel "vero" mondo cambierà con il tempo molti equilibri, difatti Karsa in realtà è un personaggio già incontrato nei precedenti romanzi. Anche in questo caso però lascio a voi scoprire chi sia.
A questo punto torniamo al presente.
Nel subcontinente di Sette Città, dopo le conseguenze della Catena dei Cani, la situazione è ancora confusa. L'Aggiunto Tavore è arrivata ad Aren e prepara la marcia del suo esercito verso Raraku. È stata incaricata dall'Imperatrice Laseen di eliminare la ribellione del Vortice di Vento, così da vendicare Coltaine e tutti i morti Malazan della guerra. Tavore però non può immaginare che Sha'ik altri non è che sua sorella Felisin. L'Eletta infatti, in segreto, ha assunto questo ruolo proprio per vendicarsi di ciò che la sorella maggiore le ha fatto subire nelle miniere di otataral.
La questione però non si chiude certo in una disputa familiare: l'esercito dell'Apocalisse è attraversato da innumerevoli difficoltà. La quantità di complotti presenti nell'oasi comandata da Sha'ik è impressionante. Ognuno dei comandanti e delle autorità presenti nell'armata ha un proprio piano, contrapposto o intrecciato a quello degli altri: il Sommo Mago Bidithal, il Sommo Mago L'oric, il Sommo Mago Febryl, l'ufficiale Malazan traditore Korbolo Dom e il mago Kamist Reloe, il Toblakai, Leoman delle Fruste, Heboric e il Condottiero Mathok. Un intreccio complesso di intrighi che si snodano sino al finale e che si riveleranno, come sempre, il velo di complotti divini ancor più vasti, in cui la nuova Casa delle Catene ha un ruolo preponderante.
Ritroviamo inoltre buona parte dei personaggi ormai cari al lettore.
Il Violinista, in segreto, si è riarruolato nell'esercito Malazan sotto falso nome. Il Caporale Kalam invece ha ricevuto un misterioso compito da parte di Cotillion, e deve perciò recarsi di nuovo a Raraku.
Il Patrono dei Sicari, però, è impegnato anche su altri fronti: lavora al contempo per spingere Crokus e Apsalar a Drift Avalii, una misteriosa isola capace di muoversi, dove pare sia celato il vero Trono dell'Ombra. Ormai è sempre più chiaro che anche l'Alta Casa dell'Ombra stia gestendo molti di questi eventi per ottenere un potere crescente e complesso, dai retroscena misteriosi.
A tutto ciò si aggiunge infine Trull Sengar, un Tiste Edur rinnegato dalla sua razza e condannato a una fine atroce. Questo nuovo personaggio viene però salvato da un T'lan Imass, Onrack. I due iniziano un viaggio per i Canali dove incontri e rivelazioni li porteranno a stringere uno strano legame tra loro, e anche a comprendere una nuova parte del disegno complessivo portato avanti dal Dio Storpio.
Ma la storia di Trull Sengar è vasta, molto vasta: così vasta al punto che andrà a costituire l'intero quinto romanzo.
Cosa non ho apprezzato
Nel primo volume mi ero lamentato della traduzione non sempre soddisfacente. A partire dal secondo romanzo per fortuna questo problema si è assopito e anche qui non si presenta in modo rilevante. In questo quarto libro, però, ho rilevato un nuovo difetto, stavolta non legato alla traduzione in sé, ma al lavoro di correzione successivo. Nelle prime duecento pagine (vale a dire nella parte di Karsa Orlong) la revisione del testo mi è parsa davvero malfatta. La quantità di refusi supera il limite di guardia, al punto tale da spezzare la lettura anche varie volte su una singola pagina. Un refuso ogni tanto lo si può trovare in qualsiasi libro, ma decine e decine iniziano a essere troppi. Superate però quelle prime duecento pagine si torna, per fortuna, alla normalità.
Cosa ho apprezzato
Seppur il terzo volume mi sia piaciuto di più, anche stavolta il livello di suspense e la qualità del romanzo sono ottimi. Non si incappa più nelle lungaggini del secondo libro, e il lettore è incatenato (termine quanto mai adeguato) alle pagine.
Il finale poi, nell'ultimo incontro tra Tavore e Sha'ik, ha una risoluzione geniale e perfetta, con il senno di poi "preannunciata", ma del tutto imprevedibile nella sua meccanica e nei risultati.
Da applausi.
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