Il sesso mercificato in tempi di crisi non conosce crisi, ma cambia volto. Parola di sex doll!
E se la donna dei nostri sogni fosse un androide?
Ciglia arcuate, pelle setosa, seni prosperosi, bellezza e sensualità straordinarie, le sexy androidi fanno ingresso nei bordelli.
In una realtà non troppo lontana in cui i robot sostituiranno una parte non trascurabile del lavoro dell'uomo, anche il mestiere più antico del mondo è a rischio. Una fortuna? Scopriamolo leggendo.
L'industria del sesso, che produce nel mondo un fatturato sbalorditivo - si parla, seppur con molta approssimazione, di circa 190 miliardi di dollari -, ha aperto le porte alla tecnologia. Così dalla somma di sesso, robotica e intelligenza artificiale, sono nate le sexy androidi.
Non si tratta della Samantha di Joaquin Phoenix nel film "Her", in realtà un software, né della Rachel di "Blade Runner", bensì di una bambola ergonomica realizzata in fibre di polimeri, acciaio e silicone. Una "signorina" - bionda, rossa o bruna, alta o bassa, magra o in carne, di carnagione chiara o scura - che stende le braccia, allarga le gambe e assume qualsiasi posizione con fluidità, e, nella versione top di gamma, è rivestita di silicone chirurgico TPE, ha una temperatura corporea di 37 gradi, reagisce agli stimoli tattili durante gli incontri grazie a microchip inseriti in vari distretti, e parla diverse lingue.
In altre parole, un robot ultratecnologico capace di imitare un'amante, interagire con un essere umano, tenere brevi conversazioni e avere una personalità assegnata.
Niente a che fare con i modelli di plastica degli anni Ottanta, insomma. Ma, soprattutto, niente di umano.
Sul mercato sono presenti anche sex doll al maschile, ma data la scarsa richiesta, l'impegno tecnologico per il momento si rivolge ai modelli femminili.
Quanto costa un'ora di sesso in un bordello con queste bambole? Grosso modo quanto con le prostitute umane che in alcuni casi affiancano le androidi all'interno della stessa struttura. In Gran Bretagna circa 50 sterline, in Spagna e in Francia più o meno 100 euro (qui, per il doppio del prezzo vengono fornite anche a domicilio, previa una caparra per gli eventuali danni causati). Per rassicurare i clienti, i bordelli tengono a sottolineare che, dal momento che l'igiene è la prima regola, le sex doll sono sterilizzate dopo ogni utilizzo. L'ineccepibilità della condizione igienica è però stata messa in discussione da uno studio del King's College di Londra e del St. George's University Hospitals NHS Foundation Trust, pubblicato sul "British Medical Journal Sex Reproductive Health", secondo il quale, a parte le lesioni provocate dai materiali con i quali sono fabbricate le bambole, si diffondono tra i fruitori infezioni sessualmente trasmissibili scaturite da dubbie procedure di sterilizzazione.
Nella serie TV Westworld di HBO, le prostitute androidi sono molto richieste e "amate" dagli ospiti del parco di divertimenti a tema western (e non solo lì).
Sebbene non sia facile tracciare un profilo del cliente tipo di una "casa di appuntamenti" del genere, sulla base delle statistiche pare essere un maschio di età compresa tra i 30 e i 50 anni. Un uomo curioso che ama fare nuove esperienze, oppure un soggetto con problemi relazionali o fisici, con blocchi psicologici o ansia da prestazione, o ancora un tizio che vuole soddisfare bisogni sessuali particolari. Fare sesso con un oggetto consente di mettere in scena fantasie che con una donna non si potrebbero realizzare. E questo, affermano i sostenitori, risparmierebbe ai soggetti umani violenze, sofferenze psicologiche e comportamenti estremi. Uno studio dedicato parrebbe però rivelare che, sebbene si riducano reati e violenze sessuali, gli utilizzatori delle androidi sviluppano misoginia e isolamento sociale.
Nel caso delle raccapriccianti sex doll bambine - sì, purtroppo ci sono anche quelle - viste dai supporter come la soluzione alla pedofilia, non è detto, poi, che i pedofili si limiteranno all'uso delle bambole: secondo alcuni ricercatori queste potrebbero addirittura esacerbare il senso di frustrazione, accrescendo nel soggetto malato il desiderio di molestare un bambino vero.
Non se parla molto, ma al momento alcuni paesi europei come Olanda, Germania, Danimarca e Svizzera, al fine di garantire l'attività sessuale (in quanto bisogno umano) a coloro che soffrono di disabilità, riconoscono come figure professionali le "love giver", ovvero assistenti sessuali in carne e ossa che seguono corsi di formazione specializzati (in Olanda, per esempio, sono a spese del servizio sanitario nazionale fino a dodici volte l'anno). Negli Stati Uniti, queste figure fanno parte di un'associazione con tanto di regolamento finalizzato al comportamento etico. In Gran Bretagna, benché non vengano riconosciute, in alcune città il servizio viene rimborsato. Può darsi che anche le "love giver" saranno sostituite dalle androidi, probabilmente da modelli progettati per clienti disabili.
Il discorso si complica...
In Cina (e in misura minore in Giappone) le sex doll non sono soltanto destinate ai bordelli, bensì alla convivenza: badanti e donne delle pulizie per uomini soli, ma anche compagne, in un paese in cui la popolazione femminile è decisamente inferiore a quella maschile. Ma si può pensare di colmare la solitudine con un robot? O di sostituire un essere umano con un androide per una relazione interpersonale? Qualcuno crede di sì.
Per chi non crede al realismo delle bambole androidi, qui sopra potete vedere uno dei prodotti della società americana RealDolls.
Secondo Blomberg Business, nel 2050 le sex doll produrranno un giro d'affari di 30 miliardi di dollari. Al momento le versioni più evolute provengono da Asia (Cina in particolare) e Stati Uniti, e possono costare da 3.000 a 70.000 dollari. A determinare il prezzo, il grado di personalizzazione (comprese le caratteristiche "intime") e il livello tecnologico. Per la modica cifra di 70.000 dollari, l'azienda americana RealDoll ha creato per un cliente un androide su commissione, sul modello di una donna vera. Il signore, alla fine, avrà trovato la "donna" dei suoi sogni?
Alla terza conferenza internazionale "Love and Sex with Robots" che si è tenuta a Londra lo scorso dicembre, lo scacchista e matematico David Levy, autore del libro "Love and Sex with Robots", ha affermato che entro il 2050 si legalizzeranno i matrimoni tra umani e robot, anche se le coppie miste saranno una normalità già tra una quindicina di anni. Se oggi ci pare impossibile, ha infierito Levy, trentacinque anni fa si pensava la stessa cosa dei matrimoni gay.
Francamente non mi pare la stessa cosa, dal momento che si parla di intrattenere una relazione emotiva con una macchina. Relazione nella quale mancherebbero del tutto reciprocità, dialogo e sentimenti.
In un androide non c'è un cuore che batte e, ammesso che possa essere divertente tra le lenzuola, de gustibus!, a mio avviso dovrebbe essere pensato, progettato e costruito per aiutare l'uomo, non per sostituirlo in un legame affettivo. Sarò anche antiquata, ma un'unione del genere mi sembra malata.
"La donna dei miei sogni" non può essere una bambola!
La tecnologia dovrebbe migliorare la tua vita, non diventare la tua vita.
(Harvey B. Mackay)
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