La vita del generale tedesco Kurt Student e la sua opera per la costituzione e l'utilizzo bellico di un corpo di paracadutisti. Analizziamo come nacquero le unità d'élite che avrebbero potuto costituire uno dei grandi punti di digressione nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Prima parte.
- Prima parte (Questa pagina)
- Seconda parte (L'impiego operativo sul fronte occidentale, a Creta e nel resto della Seconda Guerra Mondiale)
Agli albori dell'aviazione
Cercando di rintracciare quale sia stata l'arma più innovativa della Seconda Guerra Mondiale, il pensiero corre certamente alla bomba nucleare usata dagli Statunitensi contro i Giapponesi. Eseguendo però una più accurata analisi dell'evoluzione bellica del conflitto, è possibile accorgersi che già agli inizi delle ostilità era stata introdotta un'innovazione che avrebbe avuto conseguenze notevoli sullo svolgimento dei combattimenti: l'uso dei paracadutisti.
Il generale Kurt Student durante la Seconda Guerra Mondiale.
Essi furono impiegati per la prima volta su larga scala dalla Germania nazista e ciò si deve in massima parte agli sforzi di un uomo solo: Kurt Student. Egli era, per la sua epoca, uno dei pochi innovatori dell'arte della guerra e grazie al suo carattere tenace ebbe modo di far valere le proprie idee rivoluzionarie anche nei confronti del Führer.
Student fu il classico soldato di carriera dell'esercito tedesco, ma ebbe la fortuna di non attirare su di sé la viscerale repulsione di Hitler per la sua categoria. Questo fatto fu possibile perché non apparteneva all'alta nobiltà prussiana che era tanto invisa al capo di stato e di cui facevano parte i più importanti generali della prima fase del dominio nazista, come Erich von Manstein, Gerd von Rundstedt e Hasso von Manteufel, solo per citarne alcuni. Pur essendo nato nella regione del Brandeburgo, Student discendeva da una famiglia di piccoli proprietari fondiari che non si poteva fregiare del prefisso nobiliare "von" davanti al proprio cognome. Addirittura, il padre di Kurt si trovò in difficoltà nel fornire un'educazione adeguata ai quattro figli.
Già il fratello maggiore di Student aveva intrapreso una scuola militare che non prevedeva il pagamento di alcuna retta e consentiva perciò l'acquisizione di un'istruzione pressoché gratuita. Essendo il terzo figlio nato nel 1890, Kurt dovette per forza di cose accettare ciò che la famiglia poteva offrirgli e così, benché in gioventù avesse dimostrato una certa attitudine verso la medicina, acconsentì di buon grado alla carriera militare. A soli 11 anni fu accettato alla scuola militare di Potsdam e grazie alle sue abilità, quattro anni più tardi fu trasferito all'accademia centrale di Lichterfelde da cui si diplomò col grado di aspirante sottotenente nel Marzo 1910. La promozione al grado superiore avvenne l'anno seguente col trasferimento nella Prussia Orientale, vicino casa. La sua vita forse si sarebbe esaurita nello svolgimento di compiti di ordinaria amministrazione, che in ogni caso Student non disdegnava affatto, se non fosse intervenuta la Prima Guerra Mondiale e con essa la creazione dell'Aviazione Militare tedesca.
Infatti, pur non possedendo qualità specifiche e anzi soffrendo parzialmente di vertigini, nel 1916 Student frequentò il corso di pilotaggio e nello stesso anno comandò la Jagdstaffe (squadriglia di caccia o jasta) numero 9. Il suo coraggio personale lo mise più volte a confronto con la morte finché non fu ferito gravemente nel 1917 e costretto a rientrare in patria per una convalescenza che durò per il resto della guerra. Le pesantissime condizioni di pace imposte alla Germania dagli Alleati non consentivano il mantenimento di un esercito che avesse più di centomila uomini e perciò fu necessaria una scelta accurata tra i soldati di carriera. Student aveva dimostrato un'ampia gamma di qualità che gli consentì di rientrare tra coloro che poterono conservare il posto. Egli sarebbe entrato sicuramente nello stato maggiore generale se tale istituzione fosse stata conservata negli accordi di pace, ma al contrario, essa fu espressamente abolita e perciò Kurt dovette ripiegare nuovamente sull'aviazione.
Essa in realtà non esisteva più. Ne era stata proibita persino la ricostituzione, ma in quei primi anni dopo la Grande Guerra, quando la confusione regnava sovrana in Germania, Student seppe far valere la propria genialità e originalità. Non potendo usufruire di aerei a motore, egli, quale comandante della Fliegerzentrale, che poteva considerarsi una specie di scuola statale di volo, ordinò che l'addestramento dovesse avvenire su alianti. Cominciò così a costituire un insieme di piloti con qualifiche specifiche per la guida di quegli apparecchi tanto particolari.
Inoltre, non bastando solo gli alianti per un'aviazione di guerra, il governo tedesco si preoccupò anche di sperimentare nuovi velivoli all'estero. Trovò un insperato alleato nell'URSS che acconsentì a procedere ai collaudi degli aerei tedeschi sul proprio territorio, siglando una clausola segreta nel trattato di pace di Rapallo stipulato con la Germania nel 1922. Dopo un periodo di cinque anni passati alla direzione della scuola di volo, Student fu costretto ad abbandonare l'incarico per il normale avvicendamento nelle cariche imposto dagli accordi sul mantenimento della Wehrmacht. Ritornò così alla fanteria come ufficiale di battaglione. Dovette trascorrere nel più assoluto anonimato la sua carriera tra il 1927 e la fine del 1932. Il 30 Gennaio 1933, Hitler ottenne la nomina a cancelliere del Reich e la vita di Student poté tornare su un binario più consono alle sue abilità.
L'ascesa di Hitler cambia il destino della Luftwaffe
Nonostante non fosse iscritto al partito nazista e non avesse mai dimostrato nessuna simpatia verso questo movimento politico, Student fu presto richiamato al nuovo ministero dell'aviazione sotto il comando di Göring. Le vicende politiche che avevano portato all'istituzione del ministero, in piena violazione dei trattati di Versailles, sono molto complesse e non riguardano specificamente l'argomento di questo scritto, ma è utile riassumerle per comprendere quale sia stata la realtà in cui dovette agire Student. Subito dopo la conquista del potere da parte di Hitler, fu chiaro che l'esercito tedesco avrebbe subito un ingrandimento in termini numerici anche se ufficialmente il governo nazista rimaneva fedele alle limitazioni degli armamenti e arrivava a partecipare alla Conferenza di Ginevra sul Disarmo.
L'accrescimento quantitativo delle forze armate doveva però essere seguito anche da un miglioramento qualitativo per impedire che la Wehrmacht fosse un gigante dai piedi d'argilla. La svolta fu subito evidente anche ai partecipanti alla Conferenza di Ginevra sul Disarmo che si trascinava stancamente dagli ultimi mesi del 1932. Già tre settimane dopo aver ottenuto la carica, Hitler incorporò le SA (squadre d'assalto) nella polizia ausiliaria, aumentandone il numero di 2.500.000 unità. I delegati inglesi e francesi presenti alla Conferenza, spinti dalle pressioni dei rispettivi elettorati, ancora desiderosi di una pace duratura, fecero finta che nulla fosse accaduto. Soprattutto la Gran Bretagna fu portatrice di questi desideri pacifisti, proponendo al leader nazista diversi progetti che cessavano di essere d'attualità nello stesso istante in cui erano pronunciati. Ogni volta, Hitler pretendeva qualcosa in più: prima l'artiglieria pesante, poi i carri armati, infine l'aviazione. L'occupazione di alcune stazioni nella zona smilitarizzata della Renania nel Marzo 1933 segnarono non ufficialmente la fine delle speranze per una soluzione pacifica della questione tedesca.
Un ultimo tentativo fu comunque fatto. La Gran Bretagna propose la firma di una convenzione di durata quinquennale, rinnovabile, che concedesse alla Germania la possibilità di un riarmo limitato solo dalle spese per la difesa attuate dalla Francia e dalla Gran Bretagna. Il 17 maggio, durante un discorso al Reichstag, Hitler rispose categoricamente di no. In esso si accennava anche alla possibilità di contravvenire apertamente al trattato di Versailles con un riarmo totale della Wehrmacht. Prima di poter concretizzare questa minaccia fu però necessario sistemare i rapporti tra le SA e le unità dell'esercito regolare. Visto aumentare troppo il potere di Ernst Röhm e dei suoi uomini, il Führer adottò una soluzione radicale. Nel giugno del 1934, Röhm e un numero imprecisato di alti esponenti delle SA furono assassinati, insieme ad alcuni rappresentanti delle gerarchie militari più refrattari ad accettare il nuovo corso nazista. La riorganizzazione delle forze militari tedesche fu così affidata a esperti militari di carriera, quali Fritsch e Blomberg che sarebbero poi stati accantonati proprio alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale. Nel marzo 1935 arrivava la denuncia ufficiale del trattato di Versailles e il conseguente aumento delle spese per l'organizzazione militare. In soli quattro anni, la Germania avrebbe creato una macchina bellica che avrebbe fatto tremare il mondo.
Student comincia la sua opera di riforma
Quando Göring dovette proporre un nome per la direzione della Erprobungsstelle für Fluggerät (centro sperimentale per il materiale di volo) avrebbe desiderato un uomo più malleabile di Student, ma ogni consultazione fatta presso gli esperti del campo finiva immancabilmente per indicare nella sua persona l'uomo adatto per quel lavoro. In quel centro sperimentale sarebbero stati convertiti all'uso bellico tutti i progetti che nel periodo di vigenza del trattato di Versailles erano stati mascherati come aerei da trasporto civile (tra essi soprattutto i bombardieri Junkers delle classi 86, 87 e 88 oltre ai nuovi e presto famosi caccia Messerschmitt 109 e 110). L'attività di aggiornamento del materiale di volo della Luftwaffe non esaurì però le idee innovative di Student.
Una delle sue maggiori qualità consisteva proprio nel perseguire la realizzazione dei propri progetti con meticolosità che in alcuni casi sfociava nella testardaggine. Grazie alla sua perseveranza, nel 1938 fu nominato comandante della 7a divisione aerea che esisteva solo sulla carta. Appena ottenuto il comando, Student si prodigò affinché si procedesse all'addestramento di soldati per lanci aerei di massa che, come lui stesso ricordava, erano già in via di allestimento in Unione Sovietica dal 1937. I problemi maggiori che gli si presentarono furono principalmente due: migliorare l'affidabilità del paracadute come strumento bellico e fornire un adeguato appoggio logistico dopo l'atterraggio in zona nemica. La prima situazione fu risolta con l'adozione della seta come materiale privilegiato nella costruzione dei paracadute, garantendo contemporaneamente leggerezza e resistenza durante i lanci.
L'aereo tedesco da trasporto militare Junkers Ju52.
Il secondo dilemma fu brillantemente aggirato convertendo i bombardieri Junkers Ju 52 in aerei da trasporto. Questi velivoli trimotori con una velocità massima di circa 275 km/h e una tangenza operativa di appena 5900 m erano troppo lenti e goffi per rappresentare un serio avversario per i nuovi caccia inglesi Spitfire e Hurricane. Invece, opportunamente alleggeriti e dotati di gancio di traino, si trasformarono in perfetti strumenti per condurre i paracadutisti sul luogo delle operazioni. Gli Ju 52 potevano trasportare direttamente 9 uomini in assetto da combattimento e nello stesso tempo trainare degli alianti da trasporto (gli sperimentali DFS 230) che potevano attaccare sfruttando la propria silenziosità.
Persino Hitler, sempre aperto alle novità tattiche e strategiche, vedendo gli enormi progressi di Student cominciò ad entusiasmarsi di fronte a quella "fanteria dell'aria" che poteva calare in ogni luogo nel più completo silenzio. Da tanto entusiasmo nacque una nuova divisione aerea, la 22a, che fu affidata anch'essa al comando di Student. Ormai, serviva soltanto un collaudo sul campo che confermasse la bontà delle intuizioni del Generale. In un primo momento si pensò che l'occupazione della regione dei Sudeti in Cecoslovacchia potesse servire come prova del fuoco, ma la mancanza di opposizione da parte del governo di Praga rese superflua la preparazione ottimale con cui le truppe di Student si apprestarono a compiere l'operazione. La successiva campagna di Polonia non offrì dei terreni ideali per l'impiego delle truppe di paracadutisti e, infatti, fu l'apoteosi delle divisioni corazzate. Sebbene alcune unità della 7a divisione furono impiegate con compiti di commando durante l'invasione della Danimarca e della Norvegia, il vero momento di trionfo doveva giungere solo con l'offensiva generale sul Fronte Occidentale.
Il terrore arriva dal cielo
L'impianto difensivo degli alleati faceva perno sulla Linea Maginot, coprendo ciò che restava del territorio francese verso il Canale della Manica con la 1a, 7a e 9a Armate Francesi oltre al Corpo di Spedizione Britannico. Queste forze, però, per ragioni politiche dovevano mantenersi rigorosamente fuori dei confini belgi. Infatti, sia il governo belga sia quello olandese, pur intrattenendo rapporti prossimi all'alleanza con la Francia e la Gran Bretagna, provarono a restare estranei alla guerra richiamandosi alla propria neutralità e affidandosi quindi per la protezione del territorio unicamente agli eserciti nazionali. Dal principio, i piani difensivi erano fin troppo chiari persino per i tedeschi. I Paesi Bassi, disponendo unicamente di 12 divisioni, sapevano perfettamente che la loro unica speranza di sopravvivenza in caso di attacco tedesco era di trincerarsi e attendere l'arrivo degli Alleati. Per ottenere il tempo necessario all'avanzata anglo-francese (4 giorni) era stato preparato un piano che prevedeva di far esplodere alcune delle dighe più importanti del paese, allagando le zone più interne nel tentativo di creare una ridotta nazionale tra Amsterdam, Rotterdam e l'Aia, che pomposamente era stata denominata "Vestring Holland", Fortezza Olanda.
Membri delle unità speciali dei paracadutisti tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale.
I Belgi, al contrario, possedevano un esercito numericamente rilevante, ma composto per la maggior parte da fanteria con divisioni corazzate e aviazione vecchie e tecnologicamente arretrate. I comandi militari confidavano però nella speciale conformazione che la natura aveva dato alla zona che presumibilmente sarebbe stata oggetto dell'attacco. Avevano creato una linea difensiva che da Dinant, passando per Namur, conduceva a Liegi seguendo il corso della Mosa e da lì, appoggiandosi al Canale Alberto voltava verso il mare raggiungendo Anversa. Le certezze belghe di potersi difendere da soli si basavano proprio sul Canale Alberto che era considerato il più affidabile fossato anticarro dell'intera Europa. Costruito come via di comunicazione artificiale tra la Mosa e il fiume Dyle, il canale era uno scavo largo sessanta metri con le pareti perfettamente perpendicolari, praticamente insuperabile se non attraverso i ponti che naturalmente sarebbero stati fatti esplodere all'approssimarsi del nemico. Come se tutto ciò non fosse bastato, la strada che dall'Olanda conduceva verso il canale Alberto era presidiata dal Forte di Eben-Emael che con i suoi cannoni da 120 mm proteggeva uno dei pochi punti deboli della struttura di canali e fiumi difesi dai belgi. Nessuno sarebbe sopravvissuto in campo aperto al fuoco di quella piazzaforte.
Per scardinare questi bastioni difensivi, fu affidato a Student e alle sue truppe aerotrasportate il compito di impossessarsi dei punti chiave al di là delle linee di difesa e di mantenerli fino al sopraggiungere della fanteria di rinforzo della Wehrmacht. Come da sua abitudine, il Generale approntò personalmente i piani per l'operazione, lasciando ai suoi subalterni solo il compito di risolvere le formalità ai livelli gerarchici inferiori. Sebbene questo comportamento possa sembrare accentratore ed egoista, bisogna ricordare che Student sapeva motivare i collaboratori, dividendo con loro ogni successo senza accaparrarsi alcun merito anche nell'eventualità che nessuno avesse contribuito alla progettazione degli attacchi da lui comandati. L'operazione d'assalto contro l'Olanda e il Belgio era stata minuziosamente preparata e a suo dire non avrebbe mai potuto fallire. Nell'intreccio dei destini umani che fu la Seconda Guerra Mondiale, accadde però un incomprensibile contrattempo che per poco non solo rischiò di impedire la riuscita del piano di Student, ma persino dell'offensiva sul Fronte Occidentale. Il 10 Gennaio 1940, quando ormai tutto era già pronto, il maggiore Reinberger della 7a divisione aerea, dopo aver espletato una missione presso il centro di addestramento di Münster, decise di fare ritorno quella sera stessa presso il comando di Colonia.
Per farlo, contravvenendo a ogni norma di sicurezza, adoperò un piccolo biposto da collegamento Fieseler che per mancanza di assistenza da terra finì col perdersi nella fitta nebbia che abitualmente ricopriva quelle zone. Vagando per ore alla cieca, l'aereo si ritrovò senza carburante, costretto ad atterrare là dove si trovava: Mechelen-sur-Meuse, dietro le linee nemiche!
Il Maggiore, nella sua incoscienza, aveva portato con sé una valigia contenente la documentazione della prossima invasione dell'Olanda e dell'offensiva nelle Ardenne Belghe. Per sua insperata fortuna, sebbene gli ufficiali alleati si fossero accorti dell'importanza di quel materiale nel momento stesso in cui egli, rischiando la vita, aveva tentato di bruciarli in una stufa durante l'interrogatorio subito dopo essere stato catturato, il Quartiere Generale belga a cui vennero affidate le carte, fu meno accorto. Addirittura l'unico effetto di questo straordinario colpo di fortuna fu una semplice nota inviata dal generale Van Overstraeten del Regio Esercito Belga al comandante delle truppe francesi Gamelin che la ignorò tranquillamente. Nessuno credette che i tedeschi potessero attaccare dall'aria per poi lanciare i loro panzer lungo le strette strade delle Ardenne.
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Fonti e letture consigliate:
Corelli Barnett, "I generali di Hitler"
Raymond Cartier, "La Seconda Guerra Mondiale"
Otto Skorzeny, "Mein Kommandunternehmen"
Mario Fanoli ,"Intorno al Tavolo delle illusioni".
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