Lewis Carroll e Alice: un amore senza fine, tra realtà e fantasia?

a cura di Roberta De Tomi

"Vieni avanti dunque, dalle ombre del passato, Alice, bambina dei miei sogni."

La citazione suona come una dichiarazione d'amore, se non fosse che appartiene a un grande autore inglese, Charles Lutwidge Dodgson, aka Lewis Carroll. Il riferimento è alla piccola amica che avrebbe ispirato la protagonista dei suoi due capolavori, Alice nel paese delle meraviglie e Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò (di seguito, abbreviato con Attraverso lo specchio)

Charles Lutwidge Dodgson, meglio conosciuto come Lewis Carrol

Charles Lutwidge Dodgson, meglio conosciuto come Lewis Carrol.

Abbiamo quindi una bambina che è realmente esistita e che ha intrattenuto per alcuni anni una frequentazione con Dodgson; da qui si è attivata la penna dello scrittore, già autore della poesia Solitude (e di altri scritti acerbi in quanto non adatti alla pubblicazione) con il nome di Lewis Carroll. Alice, o meglio, Alice Pleasance Liddell, classe 1852, è ancora molto piccola quando conosce Dodgson. Siamo nel 1855, ed Henry George Liddell, il padre di lei e degli altri nove fratelli e sorelle, viene nominato decano presso il Christ Church College della Oxford University. Qui, il celebre autore inglese ricopre da poco la cattedra di Matematica, dopo aver completato il percorso di studi iniziati alla Rugby School.

Dodgson è un insegnante molto preparato, ma stando ad alcuni testimoni dell'epoca, non sarebbe portato per le docenze, al punto che le sue lezioni sarebbero definite "apatiche"; tutto questo, in netto contrasto con la mente brillante descritta dai più.

Via dalla cattedra, Charles sembra quindi esprimersi al meglio. Complice il carattere timido, sicuramente determinante per la balbuzie di cui soffre, Dodgson si sente a suo agio con i giovanissimi, in particolare con le bambine. Tra queste, c'è anche Alice Pleasance Liddell, soggetto di alcuni scatti fotografici e ispiratrice, insieme alle sorelle Edith e Lorina, e al fratello Edward (i più vicini a lei per età) delle vicende dell'Alice "di carta".

L'ormai leggendaria gita in barca sul Tamigi del 4 luglio 1862 rappresenta l'inizio di una storia che continua ancora oggi: tra un colpo di remi del reverendo Robinson Duckworth, e una risata, in un'assolata giornata estiva, Charles racconta alle tre sorelle Liddell le vicende di una bambina che cade nella tana di un coniglio. Al termine del racconto, la piccola Alice, estasiata dall'inventiva dell'amico di famiglia, gli chiede di trasporre la storia per iscritto. Nel 1864, nasce quindi Alice's Adventures under Ground (Le avventure di Alice sotto terra, primo titolo originario dell'opera in UK). In seguito, su suggerimento dell'amico e mentore George MacDonald e dei di lui figli, Dodgson sviluppa la storia ai fini della pubblicazione. Il libro viene arricchito dalle illustrazioni di Sir John Tenniel. Nel 1865 l'opera viene data alle stampe; da lì inizia un successo che si protrarrà nei decenni. Attraverso lo specchio esce nel 1871, seguito meno noto del primo, forse per la maggiore componente introspettiva - a tratti criptica - che lo caratterizza; resta però un'altra pietra miliare della letteratura inglese.

Nell'arco di tempo qui considerato per lo sviluppo dei libri, l'autore non frequenta più la figlia del decano del Christ Church. Il 1863 è infatti l'anno in cui, a causa della trasferimento della famiglia, i rapporti tra la piccola Liddell e lo scrittore si interrompono.

La questione sul ruolo e sul rapporto con l'Alice letteraria, resta sospesa nel limbo del dubbio. Se da una parte l'autore afferma che l'Alice "di carta" è un personaggio nato dalla sua immaginazione, e le illustrazioni di Tenniel lo confermano, dall'altra parte, sia spulciando la biografia, a partire dall'episodio della gita, sia leggendo i due libri, ci si accorge di alcuni riferimenti alla bambina della realtà.

Basti pensare al poema del XII e ultimo capitolo di Attraverso lo specchio: qui infatti si trova un acrostico che, se letto dall'alto verso il basso, concentrandosi sulla prima lettera di ogni verso, compone il nome di Alice Pleasance Liddell.

Una coincidenza? Non sembra proprio...

Se è vero che l'Alice che si reca nei mondi di Carroll non coincide a quella reale, è assodato che quella reale ha dato un impulso fondamentale alla genesi dell'altra, al punto che si potrebbe supporre che si tratti di un alter ego. Basti pensare soltanto al fatto che quella "di carta", bionda, con lineamenti che evocano la bellezza classica, è fisicamente antitetica all'altra, con i capelli scuri e un viso decisamente più ordinario.

Dettagli? Forse, ma torniamo al legame tra lo scrittore e la bambina.

Nel 1888, anno in cui i due si incontrarono per l'ultima volta, a proposito del marito di un'Alice Pleasance ormai donna e inserita nella società del tempo come artista, moglie e madre, Dodgson scrive: "Non è facile collegare questo volto al vecchio ricordo, questo straniero assieme all'Alice conosciuta così intimamente e tanto amata e che io vorrei ricordare sempre come una ragazzina di sette anni assolutamente affascinante".

Alice Pleasance Liddell

Alice Pleasance Liddell.

Nelle parole dello scrittore si avverte un tocco di malinconia, ma anche l'eco di un sentimento forte, che sembra andare ben oltre l'amicizia. Non a caso Dodgson è stato successivamente accusato da alcuni di pedofilia per la sua propensione agli scatti a bambine di cui sono conservati diversi ritratti. Secondo quanto riportato da altri testimoni, l'uomo non avrebbe però mai sfiorato le piccole amiche, ritratte sempre alla presenza delle madri.

In Cara Alice - Le lettere di Lewis Carroll (Einaudi), troviamo la corrispondenza di Dodgson. Scopriamo che l'autore inglese intrattiene fitti rapporti epistolari con le piccole amiche. Da questi scritti, molto interessanti, emergono un animo fanciullesco ma non privo di malizia, nonché una fantasia che si adombra di una logica matematica e un'arguzia non comuni. Le lettere confermano alcuni tratti della personalità geniale dell'autore di Daresbury, pur lasciando anche diversi dilemmi sulla sua figura.

E, naturalmente, anche da questa raccolta si nota come Alice Pleasance rivesta un ruolo centrale nella vita creativa e affettiva di Dodgson.

Sui rapporti tra Alice e Dodgson (e l'Alice "di carta" e Lewis Carroll) resterà sempre un punto interrogativo, considerando la fitta rete di simbologie che ritroviamo nei libri, considerati erroneamente letture per bambini. Se si scavalcano le apparenze del racconto magico e dei poemetti in rima, si possono scoprire riferimenti non prettamente infantili. Dal ruolo del Cappellaio Matto (che alcuni identificano con l'autore, e che con Alice sembra intrattenere un rapporto "particolare") e del gatto del Cheshire, arrivando ai nonsense e ai capovolgimenti che alludono all'assurdo della vita, come lettori ci troviamo impigliati in una dimensione di ricerca che supera e amplia quella della fiaba con le relative categorie elaborate da Propp.

Alice nel labirinto e Attraverso lo specchio superano quindi il concetto di fiaba, rinnovandone gli stilemi e la struttura. Insieme ad Alice, noi lettori ci troviamo ingabbiati in una giungla di eventi in cui rischiamo di perdere di vista la nostra essenza e la nostra identità.

Così, mentre sprofondiamo negli abissi della ricerca vestita di magia, la piccola Alice resta ancora nel bilico delle supposizioni, osservata dal suo autore con un occhio amorevole. È la bambina dei sogni di Dodgson. Forse un amore sepolto che soltanto nella scrittura trova la sua piena espressione e sublimazione.

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