Atlantide, Mu, Lemuria e Avalon sono solo alcuni dei paesi leggendari appartenenti a un "nessun dove" che le leggende, ma anche la scienza moderna, hanno contribuito a creare, alimentando fantasie, ricerche e nuovi miti.
Vi fu un tempo in cui quel mare era navigabile, poiché vi era un'isola di fronte allo stretto da voi denominato Colonne d'Eracle. Quell'isola era più ampia della Libia e dell'Asia messe insieme; da lì i naviganti di quelle epoche potevano passare su altre isole, e da quelle su un intero continente...
(Platone, Timeo)
Il filosofo greco Platone, con i suoi dialoghi Timeo e Crizia è l'autore che più di ogni altro ha contribuito alla nascita del mito di Atlantide, forse il più famoso tra i Paesi Leggendari.
Le migliori favole iniziano con C'era una volta... E lo dicono con l'assoluta certezza che quelle cose ci sono state sul serio.
Nel Timeo e nel Crizia Platone non racconta una leggenda. Le sue parole hanno tutto il sapore della storia: Atlantide ha un suo spazio (oltre lo Stretto di Gibilterra) e un suo tempo (un tempo il cui apogeo fu raggiunto nel 9.000 a.C.). Ha un esercito così possente da soggiogare l'Africa fino all'Egitto, e l'Europa fino all'Italia; ha templi rivestiti di argento e oricalco, in cui le statue del dio del mare, inondate d'oro, accarezzano il soffitto; ha leggende che raccontano di come sia sorta, generata dall'amore fra Poseidone e Clito, la giovane fanciulla destinata a divenire la madre di Atlante; e ha persino miti che svelano come abbia potuto svanire fra gli abissi del mare, colpita dall'ira di Zeus e condannata dalla sua stessa corruzione.
Ma al di là dei leggendari e lunatici capricci divini, gli studiosi hanno dibattuto a lungo su cosa fosse Atlantide, e se fosse realmente esistita. Dalla Sardegna alla Terra del Fuoco, dall'Andalusia al deserto del Sahara, ognuno di questi posti, almeno una volta, è stato (erroneamente) onorato di questo titolo. Dettagli sparpagliati fra le pagine del tempo, nomi di popoli, tracce di civiltà... ma cosa c'è realmente dietro a tutto questo?
Atlantide non è il primo né sarà l'ultimo dei Paesi Leggendari screditati dalla storia. Parliamo di Paesi che non sono solo continenti sconfinati che relegano un po' più in là la fine del mondo: ci sono città che ancora oggi accolgono curiosi e pellegrini, ci sono terre dentro la Terra, e addirittura ci sono pianeti fantasma svaniti dal firmamento...
Atlantide è solo il più famoso dei continenti scomparsi. Ma sembra che ogni oceano abbia avuto il proprio: Mu, la terra svanita, e forse mai realmente apparsa, che dovrebbe trovarsi da qualche parte nel Pacifico; e soprattutto Lemuria, che secondo i miti sarebbe appartenuta all'oceano Indiano, ma che è stata duramente messa al bando dalla scienza.
All'alba del nostro secolo, un colonnello inglese stanziato in India, James Churchward, ritrovò fra i ruderi di un antico tempio dei misteriosi bassorilievi. Incapace di decifrarli, si rivolse a un alto monaco buddista, e quello che trovò non fu un semplice aiuto: il sacerdote gli consegnò le chiavi di un mondo antico e sconosciuto. Gli mostrò delle preziose tavolette provenienti da una delle sette città sacre dell'India, Rishi, appartenenti in realtà a una collezione ben più vasta. Si trattava di tavole scritte in una lingua criptica ed esoterica dai Nacaals, i Sacri Fratelli, che narravano di una misteriosa Terra Madre che avrebbe visto nascere il genere umano.
Mappa dell'isola di Atlantide apparsa nel libro "The procataclysm Communication of the Two Worlds via Atlantis" del 1891, scritto da Patroclus Kampanakis.
Fu così, da un'infedele traduzione, che il monaco e il colonnello diedero vita a Mu e al suo mito.
Nacque un continente nel bel mezzo del Pacifico, un'immensa isola ondulata che da una parte sfiorava le Hawaii e dall'altra le Fiji. Secondo le reliquie rinvenute, Mu era un Eden ricco di foreste, laghi e specie animali, abitato da dieci stirpi diverse governate da un unico re, chiamato Ra-Mu. Questo popolo dedito alla navigazione avrebbe toccato le coste di tutti i continenti, portando con sé cultura, religione e scienza. Secondo la leggenda, figlie di Mu sarebbero state le tribù dei Maya in America, l'impero Uighur nell'Asia centrale e nell'Europa dell'est, e il regno dei Naga nell'Asia meridionale. Ma già prostrato e disgregato da tragiche attività vulcaniche e sismiche, secondo Churchward questo continente scomparve del tutto intorno al 13.000 a.C., colpito da un asteroide. Quando s'inabissò, un potente maremoto sconvolse la fisionomia di tutta la Terra, e Mu finì nelle profondità degli oceani con il mistero della sua civiltà.
Eppure, prima di Atlantide e prima ancora di Mu, un'altra terra vanterebbe i natali dell'umanità: Lemuria, nata per fornire un credito alla scienza, e poi esiliata a mito dalla scienza stessa. Nell'ottocento un gruppo di geologi inglesi notò una strabiliante somiglianza tra i fossili e gli strati sedimentari dell'India e del Sud Africa, e individuò una particolare distribuzione di una razza di scimmie, i lemuri. Venne subito elaborata la teoria di una terra emersa, un ponte che univa l'Africa, l'Asia meridionale e la penisola di Malacca. Leggenda si aggiunse a leggenda, e così Lemuria si spostò da un oceano a un altro, e accolse col tempo la più bizzarra progenie umana: c'è chi sostiene che fu la terra dei Giganti e dei Titani, dediti a rituali di empietà; c'è chi parla di una razza di ermafroditi che sarebbe decaduta quando scoprì la differenza sessuale; e c'è chi spinge la fantasia ancora oltre (come Helena Blavatsky, fondatrice della Società Teosofica) e racconta di una razza di uomini dotata di un terzo occhio, un occhio veramente speciale: avrebbe concesso loro poteri psichici, primo fra tutti la possibilità di vivere senza cervello.
Confinata alla sfera della pseduoscienza, la teoria della Terra Cava continua ad affascinare con la sua meravigliosa leggenda tutti gli adepti dell'esoterismo: Agharti, l'Inaccessibile, il regno sotterraneo costruito da una razza eletta vissuta fra il Tibet e il Nepal, come rifugio contro le calamità naturali che in tempi antichi sconvolsero la crosta terrestre. Un dedalo infinito di cunicoli, che corrono attraverso paesi satelliti e si ricongiungono in un'immensa capitale, Shaballa, la città degli smeraldi, sepolta sotto il deserto del Gobi, dalla quale il Re del Mondo controllerebbe le scelte e il destino di tutti i re, gl'imperatori e i presidenti che si sono susseguiti nella storia. Questo universo dentro il pianeta sarebbe illuminato da un "Sole centrale fumoso" (stando alle parole dello scrittore Willis Emerson), e il suo portale d'accesso corrisponderebbe a un'apertura che sprofonda nel Polo Nord. Esseri superiori popolano questo immenso impero, ancora capaci di utilizzare un'energia, il Vril, che l'uomo comune avrebbe addormentato nel corso dei secoli. Un'energia che permette incantesimi degni delle fiabe (volare, leggere nei pensieri, spostare oggetti con la forza della mente...), e che stando alla leggenda può di nuovo essere risvegliata.
La distruzione di Atlantide secondo l'artista Monsù Desiderio. Molti paesi leggendari sarebbero stati soggetti a cataclismi che ne giustificherebbero la sparizione e, di conseguenza, il mito.
Tra continenti situati in nessun dove e ipotetiche città sepolte nel ventre della terra, vi sono anche luoghi mitologici che l'uomo del XXI secolo può ancora visitare, ma che tuttavia sono stati denigrati dal cinismo della storia, e come tali sono entrati di diritto fra il novero dei Paesi Leggendari. Il Regno Unito pullula di luoghi in cui il mito porge il braccio alla realtà, e il più straordinario di questi intrecci è senza dubbio quello che narra, attraverso i cupi paesaggi delle brughiere del nord, la leggenda dell'Orso di Britannia: la leggenda di Re Artù. Avalon, l'Isola delle Mele, il Regno delle Fate, l'arcipelago nascosto dietro spettri di nebbia creati da una schiera di streghe e maghi, al fine di impedire l'accesso a chiunque non conosca l'incantesimo per entrarvi. E' qui che il corpo del grande re venne condotto dalla sua sorellastra, la Fata Morgana. Ma dove sia realmente Avalon, questo è un mistero. Gli abitanti di Glastonbury sono convinti che Artù sia ancora sepolto sotto la loro terra, accanto alla sua regina. Secondo altre teorie, invece, Avalon si troverebbe in Cornovaglia, sul Monte di San Michele, un'isola che può esser raggiunta solo con la bassa marea; altri sostengono che sia da ubicare a Burgh by Sands, fortilizio di Aballava durante l'impero romano, lungo il quale correva il Vallo di Adriano.
Ma se Avalon (ovunque essa sia) è indubbiamente il luogo di sepoltura di un eroe che per l'immaginario collettivo non è mai morto, la fortezza da cui egli avrebbe dominato il popolo di Britannia non è affatto Camelot, la città circondata da foreste, con la sua magnifica cattedrale di Santo Stefano, bensì Caerleon, un villaggio suburbano sul fiume di Usk, nel Galles. Goffredo di Monmouth, Robert Wace e Lawman, poeti, storici e autori del basso Medioevo, e dunque più vicini alla storia che alla leggenda, all'uomo più che al mito, parlano di Caerleon come la sede dei Cavalieri della Tavola Rotonda, come il luogo di partenza della quest per il Graal: una città che con i suoi fasti cercò di emulare Roma. Solo nel quindicesimo secolo Thomas Malory utilizzerà il nome di Camelot, lasciandolo in eredità alle generazioni future che in tal modo lo avrebbe associato per sempre alla leggenda di Re Artù.
L'astronomo Percival Lowell, ritratto nel suo osservatorio costruito in Arizona, Stati Uniti. Dopo aver acceso l'immaginario popolare del XIX secolo con le sue dissertazioni sui canali marziani e le civiltà del pianeta rosso, questo scienziato è stato fra i molti creatori di "pianeti leggendari", un'evoluzione moderna dei trazionali paesi ammantati di miti e leggende.
Ma noi, figli del futuro, subiamo il fascino del lontano con una magica formula direttamente proporzionale. Quanto più è inarrivabile, tanto più vogliamo arrivarvi. E così l'uomo è andato alla ricerca di mondi alieni che trascendessero il nostro, e lo ha fatto sollevando gli occhi e guardando più in alto. Guardando le stelle: lì, in mezzo al sistema solare, dove si troverebbero gl'ipotetici Vulcano (così chiamato da Urbain Le Verrier per la sua vicinanza al Sole), il Pianeta X (perché decimo e perché misterioso, ipotizzato da Percival Lowell per le irregolarità nelle orbite di Urano e Nettuno), Theia (un asteroide troiano che collise con la Terra e trasformò il suo manto in un oceano di magma), Phaeton (che si diceva fosse esistito tra le orbite di Marte e Giove e la cui distruzione portò alla formazione della fascia principale degli asteroidi), e Themis (una luna di Saturno scoperta da William Pickering nel 1905, ma mai più avvistata).
Gottfried Leibniz ne era sicuro: "Quello in cui viviamo è il migliore dei mondi possibili". Perché è un mondo compiuto, un mondo con un inizio e con una fine, un mondo immensamente piccolo. Ma solo se c'è un limite l'essere umano prova ad andare oltre. Ecco perché in meno di due secoli centinaia di uomini hanno dato la propria vita per trovare El Dorado; è lo stesso motivo per cui in Indonesia ogni anno si celebra la cerimonia del Kesoto, per placare le ire del vulcano di Bromo, a Giava; è la stessa ragione che spinge decine di studiosi ad avanzare ipotesi su quanta realtà ci sia nei giardini di Babilonia; è per questo che Fujo, la vetta più alta del Giappone, è venerata da buddisti e shintoisti; è il medesimo presupposto che ci porta a desiderare di scoprire se il Triangolo delle Bermude debba la sua fama a veri buchi temporali, o se tutto questo rumore sia fatto per nulla. E in mezzo al caos, di verità ce n'è una: i Paesi Leggendari con l'essere umano sono nati e con l'essere umano moriranno. Poiché è in noi che essi vivono.
Fonti e letture consigliate
Web
Agharti
Lemuria (In lingua inglese)
Camelot (In lingua inglese)
Cartacee
Colin & Damon Wilson, Il grande libro dei misteri irrisolti
Frazer, Il ramo d'oro
Geddes & Grosset, Celtic Mythology (In lingua inglese)
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