[...] con "materia oscura" si definisce un'ipotetica componente di materia che, diversamente dalla materia conosciuta, non emetterebbe radiazione elettromagnetica e sarebbe attualmente rilevabile solo in modo indiretto attraverso i suoi effetti gravitazionali. [...] Il concetto di materia oscura ha senso all'interno dell'attuale modello standard della cosmologia, basato sul Big Bang, per due ragioni fondamentali:
1) non si potrebbe altrimenti spiegare la formazione di galassie e ammassi di galassie nel tempo calcolato dall'evento iniziale del Big Bang stesso;
2) in uno scenario cosmologico come l'attuale, che prevede come unica forza cosmologica la gravità, non si spiegherebbe come le galassie si possano mantenere integre, dato che la materia visibile [...] non è in grado di sviluppare una sufficiente attrazione gravitazionale.
(Dal sito «it.m.wikipedia.org»)
«Il più grande piacere della mia vita è quando mi ascolto parlare» (Sheldon Cooper).
(Dalla serie televisiva «The Big Bang Theory»)
Con le mani appoggiate sulla balaustra, Sceldoni scrutò giù verso il fiume.
«Non può essere!» - esclamò rialzando il capo e lanciando al maresciallo un'occhiata in tralice - «Dopo la morte di sua madre (compianta neurologa), io, è vero, ho continuato a trascurarlo come sempre, impegnato com'ero nella mia lotta sacrosanta per diventare uno scienziato di grido. Però non credo assolutamente che lui ne abbia sofferto. Perché anzi è un giovane dal carattere forte, mio figlio. Pretendere, dunque, che si sia buttato da qui, mi sembra, lo ripeto, un autentico spropo...».
«Eppure l'hanno visto saltare» - interloquì secco il maresciallo - «E non di gioia. Poi la corrente lo ha trascinato per due chilometri. Ora, se vuole seguirmi all'obitorio...».
Sceldoni si guardò intorno: lì su ponte Garibaldi, la volante era accostata al marciapiede e il traffico svampito della domenica mattina rumoreggiava piano.
«Assurdo» - bofonchiò - «È vivo. Certo che è vivo! E io, per quanto meno della cosmologia e del mio ego (com'è ovvio che sia), lo amo sinceramente. Per questo condividerò con lui la mia giusta gloria, non appena le mie ricerche sulla materia oscura che, sebbene invisibile e intangibile, non cessa mai di circondarci e orbitare attorno al corpo di ciascuno, saranno giunte a pieno compimen...».
«Dobbiamo andare, professore», lo interruppe di nuovo il maresciallo, stavolta in tono quasi esasperato.
Ma Sceldoni insistette: «Amico mio, glielo spiegavo già in macchina: la materia ordinaria non è in grado di entrare in contatto con le particelle che formano quella oscura (e che risultano, pertanto, di difficile individuazione o rilevabilità). Ciononostante io ho ragione di ritenere che la chiave del problema siano le onde cerebrali: sì, la mente umana le produce, mentre è impegnata a pensare, e secondo la mia ipotesi (che al momento non è corroborata, purtroppo, dall'osservazione sul campo), sono esse ad avere il dono d'interagire coi corpuscoli di materia oscura; più precisamente, quest'ultima le riflette, rimandandole alla fonte. E quando dico "corpuscoli", intendo ovviamente le particelle WIMPs, che della materia oscura sono gli elementi costitutivi e, fra virgolette, la struttura di fondo; come di fondo (e qui, maresciallo, stia attento a non perdersi tutto il lirismo delle mie parole) è la radiazione che permea di sé l'universo intero, sin dai tempi primordiali del Big Bang».
Sceldoni tacque, concedendosi una pausa di silenzio ispirato; ma di colpo i suoi occhi luminosi s'incupirono e, dopo qualche istante, prese a passarsi convulso le mani fra i capelli, come a spidocchiarseli con violenza o magari scavarsi il cranio a volontà, per estrarne, freneticamente, un che d'intruso e invasivo.
«All'improvviso» - annunciò trafelato - «io pure sono permeato di qualcosa. Un pensiero di morte, in cui mi getto dal ponte anima e corpo; mi è balenato pochi attimi fa, non so per quale buffo motivo, e adesso mi ritorna ininterrotto nella testa un secondo via l'altro».
Colto, poi, da un'intuizione repentina, s'immobilizzò del tutto, smettendo di martoriarsi, e mentre il maresciallo lo fissava allibito, balbettò pieno d'entusiasmo: «Forse... è il riscontro... il riscontro sperimentale che mi mancava, cioè la prova inoppugnabile che un agglomerato di materia oscura mi sta transitando accanto proprio ora, riflettendo le mie onde cerebrali! E più le riflette, più io rifaccio, quindi rivedo, quel pensiero di morte! Maresciallo, ha capito? Tutti i fenomeni di déjà-vu, ma anche le idee ossessive che tormentano di continuo i pazzi e i monomaniaci, sono effetto della materia oscura! Oscura, oscurra, oscurrà! Ecco una scoperta ulteriore che, con quella (appena confermata) su come localizzare gli aggregati di WIMPs, mi renderà famoso e intramontabile! Sarò un astrofisico ricordato nei secoli! Un neurologo invidiato nei millenni! Oscurrà!! Urrà!!! Urrà!!!! Urrà!!!!!».
E saltando di gioia incontrollabile, persino sguaiata, si ritrovò a balzare («Chissà perché?», si domandò) oltre il parapetto.
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