Sense8, serie originale Netflix.
Dopo essermi rovinato lo stomaco con "The Shannara Chronicles" ho deciso di passare a qualcosa di nettamente migliore per "rifarmi il palato". Mi è capitata dunque tra le mani "Sense8", la serie prodotta da Netflix dei fratelli Wachowski (divenute ormai le sorelle Wachowski) e scritta assieme a J. Michael Straczynski.
Le sorelle Wachowski nel corso degli anni ci hanno abituato a una qualità artistica abbastanza incostante, a partire dal primo "Matrix" ormai entrato nella storia della cinematografia, per passare ai due sequel meno riusciti, poi il discusso "Cloud Atlas" e infine il banale "Jupiter - Il destino dell'universo".
Non si può però negare che i loro progetti siano sempre stati molto ambiziosi e proprio per tale ragione decisero qualche anno fa di passare alle serie TV. Avevano infatti concepito una trama vasta e particolare che non sarebbe stato possibile racchiudere in un film, perciò scrissero quella che sarebbe diventata la serie "Sense8". Netflix decise di produrre l'opera: la sfida poteva iniziare.
Questa serie, purtroppo o per fortuna, si presenta da subito come un prodotto decisamente particolare e "non per tutti". Se avete avuto modo di apprezzare il film "Cloud Atlas", probabilmente vi ritroverete subito a casa, ma se invece quel film non è nelle vostre corde, allora potreste avere problemi anche in questo caso. Dico ciò poiché, come in quel film ci si muoveva in continuazione fra molte storie diverse, sparse in tempi lontanissimi tra loro, allo stesso modo in questa serie ci muoviamo simultaneamente in molte trame. Stavolta però siamo sempre nel presente: ogni storia si svolge in un luogo del globo e, almeno in partenza, è quasi del tutto distaccata dal resto.
L'incipit fantascientifico della trama è interessante, ma a prima vista non eccezionale: esistono nel mondo gruppi di persone connessi telepaticamente tra loro. Vivono, sentono e percepiscono la realtà (non sempre) come un'unica entità, perciò possono sfruttare le abilità altrui per risolvere i propri problemi.
Il gruppo che seguiamo nel corso della vicenda è composto appunto da otto persone. A partire da ciò si sarebbe potuto rendere la serie un polpettone di pseudo supereroi, come se ne vedono tanti negli ultimi anni. Le sorelle Wachowski hanno invece intrapreso una strada, a mio parere, molto più intelligente e molto più riuscita.
Il punto davvero geniale della serie è nel fatto che l'incipit fantascientifico rimane in buona parte un semplice spunto. Ciò che vediamo sono invece le vite e i problemi di queste persone, disperse nel mondo, diversissime tra loro. Ciò che si apprezza di più della storia non sono dunque i misteri (comunque interessanti), ma la varietà dei personaggi e delle loro vite. Ognuno degli otto protagonisti è infatti la chiave per affrontare un problema particolare di una zona diversa del mondo (trattamenti sanitari obbligatori, questioni di genere, droga, omosessualità, finanza, bidonville e molto altro). Questo permette di seguire contemporaneamente una storia che sa essere avvincente, fantascientifica, ma anche con un valore sociale, politico e artistico. Per dirla in breve: c'è tutto.
Sense8 è una serie di fantascienza che bada più al lato artistico che non a quello commerciale
La qualità della sceneggiatura e degli attori è davvero alta. Inoltre non c'è quella continua ricerca del colpo di scena che ormai sta snaturando molte serie TV di tutti i generi. In "Sense8" si mantengono sempre i piedi per terra (nel recinto e nelle possibilità offerte dalla trama), senza fare salti eccessivi di credibilità con il solo scopo di sorprendere il telespettatore.
Infine, ciò che a mio modo di vedere rende questa serie davvero ottima, è l'enorme qualità artistica evidente quasi in ogni momento. Ci sono puntate davvero meravigliose, perfette (per sceneggiatura, per recitazione, ecc.), che non necessitano quasi di alcun legame alla trama principale, tanto sono belle per quello che sono.
Ovviamente, soprattutto nel finale, la parte fantascientifica risalta in modo maggiore per chiudere una prima parte della vicenda, di conseguenza anche coloro che cercheranno in modo particolare trame avvincenti avranno di che rimanere soddisfatti.
Ciò che mi ha sorpreso anche stavolta è però il gran numero di recensioni negative, o quantomeno "dubbiose", ricevute da questa serie. Ebbene, come nel caso di "Cloud Atlas", tali critiche mi sembrano davvero eccessive e assurde. Si può dire in effetti che questa serie è particolare e diversa dal solito, senza dubbio, ma io credo che quando un prodotto ha un valore che esula da pure considerazioni commerciali, è necessario parlarne il più possibile. Per quale motivo giudicare male serie come queste e sperticarsi poi in elogi per opere forse più immediate, ma anche decisamente più commerciali? Insomma, ciò che mi preme dire è che serie come "Lost" potranno essere belle e avvincenti, perfette per il grande pubblico, ma raramente cercano di raggiungere un livello artistico degno di tale nome come invece cerca di fare (e a mio parere ci riesce) "Sense8".
In conclusione vi consiglio vivamente questa prima stagione che ha una qualità rara nell'ambito delle serie televisive: non sta a guardare quasi in nessun modo alle necessità commerciali, ma bada soltanto alla propria coerenza interna, mantenendosi sempre su altissimi livelli.
Non ci resta che aspettare con ansia la seconda stagione.
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